A cura del Prof.Mariano Indelicato, Psicologo Psicoterapeuta, Presidente Pronto Soccorso Psicologico Italia
“Il desiderio, sfidando il declino fisico, perpetua il bisogno intimo e profondo attribuendo nuovi significati all’incontro con l’altro. Provenienti da un’unica origine, i due sessi continuano a cercarsi ininterrottamente fino alla fine per ritrovare la primitiva armonia”.
La conoscenza della Sessualità nella Terza Età è cresciuta nell’ultimo decennio al fine di migliorare la qualità di vita e il benessere psico-fisico degli anziani.
La Sessualità, sebbene di difficile definizione operativa, è una componente essenziale dell’essere umano e costituisce l’elemento necessario della costruzione dell’identità dell’individuo. Essa è vitale per ogni essere umano e lo è in relazione ai bisogni di piacere, riproduzione, amore, etc. Include diversi aspetti di carattere biologico, fisiologico e psicologico ed è influenzata da fattori sociali e culturali trasmessi di generazione in generazione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, dando una definizione operativa, descrive la Sessualità come comprensiva di “sesso, identità e ruoli di genere, orientamento sessuale, erotismo, piacere, intimità e riproduzione; vissuta ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, credenze, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni”.
Come è facilmente notabile, all’interno delle suddette definizioni non si fa cenno all’atto penetrativo in quanto esso è semplicemente una delle modalità di espressione della Sessualità ma non è, al contrario di quanto comunemente si pensa, la modalità principale. La supposta difficoltà penetrativa, a seguito dell’invecchiamento o di malattie, ha di fatto considerato la popolazione appartenente alla Terza Età come asessuata, non in grado di avere una vita affettiva autonoma.
La Sessualità, al contrario, essendo intrinseca all’essere umano, fa parte dell’identità per tutta la vita e comprende la necessità di trasmettere amore e tenerezza così come il desiderio fisico. Coccole, baci appassionati, masturbazione reciproca, rapporti orali, godere della visione di riviste o film porno, “parlare sporco” sono le modalità attraverso le quali la popolazione anziana non solo esprime il desiderio sessuale, ma sta in compagnia, cura l’aspetto fisico e si mantiene in forma.
Ciò malgrado, è opinione diffusa che le persone anziane siano esseri asessuali, senza desideri o sentimenti, e il tema “sesso-anziani” sia ancora in gran parte tabù, essendo la Sessualità una costruzione sociale e, come tale, sottoposta ai giudizi della società. D’altronde, come sostenuto da Minichiello et al., i media associano la Sessualità con la giovinezza attraente, e queste immagini modellano fortemente le convinzioni sociali sugli anziani, e servono a rafforzare l’idea che essi siano (o dovrebbero essere) sessualmente “in pensione”.
E’ noto, inoltre, che le agende politiche dei governi, le agenzie demoscopiche, gli istituti di statistica trascurano le opinioni sessuali delle persone anziane e tengono conto solo di quelle di soggetti con età inferiore ai 65 anni. Essi, partendo dal presupposto che l’invecchiamento sia un evento negativo caratterizzato da un declino fisico e cognitivo e quindi qualcosa da negare e temere, presumono che la Sessualità per le persone anziane non sia importante o, addirittura, sia irrilevante.
Tuttavia le persone anziane vivono nello stesso contesto culturale e sociale (qualche ricercatore lo ha definito “ambiente sessualmente saturo”) come il resto di noi, e il bisogno di amore, compagnia e intimità fisica non diminuisce con l’età.
“La Sessualità è una componente fondamentale della qualità della vita ed è vitale per il mantenimento di sane relazioni interpersonali, del concetto di sé e del senso di integrità. L’Identità sessuale è legata al proprio senso di autostima e, se negato, può avere effetti deleteri non solo sul sesso stesso, ma anche sull’ immagine di sé, sulle relazioni sociali e sulla salute mentale”.
La ricerca sulla vita sessuale delle persone anziane ha costantemente dimostrato che essi generalmente mantengono vivo l’interesse sessuale e rimangono sessualmente attivi anche fino a 90 anni. E’ stato confermato che molti di loro sono impegnati in relazioni e vanno alla ricerca di coccole, baci e contatti intimi. Molto probabilmente a causa dell’effetto del testosterone sulla libido, si è riscontrato che i maschi sono molto più attivi nella ricerca e che, spesso, si rivolgono a servizi a pagamento, anche se le donne, a causa di un’età media di vita più alta, sono molto più numerose. Quest’ultima caratteristica, però, risulta penalizzante per loro poiché la disponibilità di maschi con cui intraprendere una relazione o semplicemente un flirt è notevolmente ridotta. Inoltre, le donne anche in tarda età tendono a mantenere vivo e a curare il loro aspetto fisico.
Uno degli errori che si commette è il presumere che le malattie influiscano sugli interessi sessuali delle persone anziane. Anche in questo campo è stato provato che molti di essi, anche di fronte a malattie invalidanti, tengono vivo il loro desiderio sessuale fino a poche settimane o giorni precedenti alla morte.
Chiaramente è un errore omogeneizzare tutta la popolazione anziana. Infatti, alcuni nella fase di invecchiamento scelgono di dedicarsi ad altre attività perdendo, in apparenza, il loro interesse per il sesso. L’Eros, così come descritto da Platone, liberandosi dagli appetiti sessuali, cambia oggetto investendo mete culturali e socialmente sintoniche. In questo modo la libido nasce come amor per poi trasformarsi in caritas, che indica l’amore casto per il prossimo, per la Chiesa, per Dio. Jean-Luc Nancy rileva che la pulsione, nel significato originale del termine tedesco trieb, indica un’azione come attività, come la crescita di una pianta o le cure che si elargiscono ad un animale che cresce.
Freud, riprendendo Schopenhauer e Nietzche, ritiene che l’essenza della vita in genere e, in particolare, dell’uomo sia l’Eros. Tutto ciò che gli esseri umani fanno, dicono e intraprendono va interpretato come una manifestazione di Eros. Evidentemente, alcuni anziani scelgono un investimento libidico su oggetti diversi rispetto al sesso. D’altronde, è ormai patrimonio della psicologia che la sessualità può anche trascendere il corpo, il contatto fisico; essa è una “combinazione di piaceri: armonia nella relazione, affettività, aspetti culturali e sociali”.
Il Pronto Soccorso Psicologico Italia, partendo dal presupposto che la Sessualità è presente nelle diverse fasi della vita di uomini e donne, (compresi gli anziani) e che essa deve essere affrontata in modi diversi in ogni fase, tende ad abbattere i pregiudizi e i miti sulla sessualità nella vecchiaia. Il processo di invecchiamento non preclude agli anziani di esercitare la propria Sessualità; la convinzione che essa sia ristretta ai giovani contribuisce all’idea che essa nella vecchiaia sia una pratica insolita e immorale. Gli operatori sanitari hanno il compito di contribuire al benessere delle persone e la pratica sessuale nella Terza Età va promossa come modalità per diminuire la vulnerabilità di questa parte della popolazione, poiché essa contribuisce a migliorare la qualità di vita.
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