A cura della Dott.ssa Pamela Cantarella, Psicologa Clinica, Responsabile Settore Comunicazione Pronto Soccorso Psicologico-Italia.
“Ciascuno di noi è un sistema complesso in cui gli aspetti fisici, mentali e relazionali si intrecciano continuamente, ed è soprattutto attraverso le relazioni che instauriamo con noi stessi, con gli altri e con il mondo che vengono modulate le nostre esperienze di Benessere e di Malessere”
Il concetto di “Benessere” (o Wellness) ha subito nel tempo numerosi cambiamenti che hanno condotto ad una visione del termine sempre più ampia e completa, fino ad affermarsi oggi come stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano, caratterizzando la “qualità” della sua vita: “uno stato complessivo di buona salute fisica, psichica e mentale”.
Quindi non più esclusivamente assenza di malattia, secondo una connotazione del passato incentrata prettamente sull’aspetto della salute fisica, ma “stato complessivo e armonico tra le varie “dimensioni” dell’uomo, e tra l’uomo stesso nella sua complessità e l’ambiente”, risultato di un processo di adattamento in cui molteplici fattori incidono sulla qualità di vita.
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il concetto di Wellness, ossia di Benessere, come “stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società“.
Per il famoso psicologo statunitense A. Maslow il Benessere viene concepito come: “imprescindibile dalla soddisfazione dei “bisogni totali”dell’individuo: da quelli fisiologici di base (fondamentali per la sopravvivenza fisica), fino a quelli relativi alla realizzazione e all’espressione di sé e della propria sfera psicologica e spirituale”.
Il Dott. E. Bach, il padre dei famosi Fiori, affermava che “la malattia è una specie di “disarmonia”che insorge quando una parte del tutto non vibra piú all’unisono con le altre parti”; un corpo é sano quando ogni sua parte è in armonia con le altre, e quando esso è in armonia con tutto ciò che lo circonda. Uno stato di Benessere fisico, secondo un meccanismo di interscambio reciproco e continuo, si estende inevitabilmente (ma ne dipende a sua volta) anche alla “sfera psicologica”, permettendo cosí il raggiungimento di un senso di appagamento totale e di piena soddisfazione.
É questa la prospettiva teorica della “Psicosomatica”, basata su un “approccio olistico” alla persona, secondo la quale esiste un nesso molto stretto tra salute fisica e salute psicologica, che fa sì che le due sfere si influenzino l’un l’altra: vivere in uno stato di benessere psicologico ed emotivo aiuta a mantenersi in salute anche fisicamente.
La dimensione del Benessere viene intesa quindi come ricerca e mantenimento di un “equilibrio globale” tra funzioni somatiche, psichiche e relazionali dell’individuo; equilibrio che costituisce la “condizione di base naturale” di ogni individuo.
L’incidenza di alcuni eventi di vita (vissuti come problematici e/o stressanti) può “alterare” quest’equilibrio, provocando situazioni di disagio e di sofferenza, e pertanto di Malessere. Le manifestazioni di queste condizioni di squilibrio possono comportare diversi disturbi a livello somatico e/o psichico.
Benessere e Malessere costituiscono dunque i due poli al cui interno si dispiega la vita di ciascun individuo, colorandola rispettivamente di sensazioni piacevoli o spiacevoli, e condizionandone di conseguenza lo stile di vita. La quotidianità dell’esistenza umana si articola e “si muove all’interno di questo continuum ininterrotto di sensazioni opposte”, in un’alternanza di disagi, disturbi, timori e ansie, accanto ad entusiasmo, euforia ed esaltazione; ed è costantemente modulata da sensazioni personali mutevoli che si manifestano secondo questa “bipolarità”.
Se è vero dunque che il Malessere nasce da una “condizione di equilibrio turbato”, “restaurare” proprio tale equilibrio è il primo passo di un percorso che ha come meta il raggiungimento di uno stato di Benessere globale.
Per quanto finora detto saranno sicuramente necessari degli interventi rivolti alle varie sfere del soggetto esaminate, prediligendo due principali vertici di osservazione considerati alla pari: il Corpo e la Mente, concepiti in un’ottica di “interscambio ed influenza reciproca”.
La “visione olistica” agisce infatti proprio come lente interpretativa multi-sfaccettata che permette, oltre ad una visione di analisi, una fondamentale “visione di sintesi”(unione globale di mente e corpo), dove “l’insieme è piú della somma delle singole parti”, poiché nella loro unione e interazione si creano proprietà emergenti che precedentemente non esistevano.
La psicologia della Gestalt parte da questo presupposto, già presente nel IV secolo a.C. con Aristotele ed enunciato dallo stesso Autore all’interno della sua “Metafisica” in questa formula: “Tutte le cose hanno molte parti, il cui insieme non è come un ammasso”, o nella Teoria del Campo” di Kurt Lewin secondo la quale ogni oggetto può intendersi solo in relazione al contesto globale nel quale è inserito: ”le parti che formano un qualsiasi oggetto sono tra loro in relazione reciproca, e dunque l’analisi delle sue parti prese separatamente non esaurisce la conoscenza di tutto ciò che lo fa essere un “insieme”, poichè manca l’attenzione alle “relazioni” che si svolgono al suo interno e al suo esterno”.
Tutte evidenze, queste, del superamento del rigido dualismo cartesiano e della “antinomia mente-corpo”che vedeva questi ultimi come due ambiti separati l’uno dall’altro, senza possibilità di comunicazione e, soprattutto, dove una netta scissione tra corporeo e psichico portava erroneamente a concepire l’uomo esclusivamente come un insieme di organi e di funzioni (“riduzionismo meccanicistico”), facendo perdere il senso della sua “unicità”, e la visione d’insieme della realtà e delle sue proprietà emergenti.
“[…] In realtà non si tratta di termini (mente/corpo) che si escludono l’uno con l’altro, ma di termini che si completano, rivelandosi aspetti diversi e complementari che si riferiscono alla complessità delle esperienze umane, (F. Baldoni).
La massima latina “mens sana in corpore sano” vuole proprio intendere che un buono stato di salute fisica influenza positivamente lo stato mentale di un soggetto; allo stesso modo non si può non tenere in considerazione l’influenza che la mente esercita sul corpo: “Il corpo è vivo proprio in virtù dell’essere abitato da una mente o meglio da una psiche, sostanza immateriale e densa di energia, forza e vitalità” , (U. Galimberti).
Gli stati di Malessere vanno dunque affrontati secondo un approccio che si prenda cura non di una parte del corpo o di un suo sistema, ma di quell’“insieme unitario” che attraverso la malattia segnala uno squilibrio la cui origine può essere rintracciabile sia sul piano corporeo che su sul piano mentale.
Ogni malessere di natura psicologica ha una ripercussione a livello somatico e, viceversa, una malattia organica comporta un’ alterazione della sfera psicologica. Numerosissime evidenze scientifiche mostrano quanto sia innegabile la forte presenza nel corpo del mentale, e di come viceversa, nel mentale, sia possibile rilevare le profonde tracce del corpo.
Tutti coloro che si occupano di “cura”devono necessariamente tenere conto di questa condizione di malattia rivelatrice di un’“unità psicosomatica”, che richiede un “approccio multidimensionale”, e prendere in considerazione tutti gli aspetti, quello mentale, fisico e spirituale, riuscendo così ad avere una visione d’insieme più completa per raggiungere il recupero del benessere psicofisico e dello stato di salute globale.
“[…] Eppure il corpo e la mente non sono separati, e non possiamo curare l’uno senza l’altra. Le mie ricerche hanno dimostrato che il corpo può e deve essere guarito attraverso la mente, così come la mente può e deve essere guarita attraverso il corpo»”, (C. Pert)
Gli specialisti del Pronto Soccorso Psicologico-Italia lavorano ogni giorno accompagnati da questo importante principio che non considera solo le manifestazioni sintomatologiche a livello corporeo, ma si concentra su una “globalità psichica, sociale e culturale” dell’essere umano, di cui l’organo -o gli organi- interessati dalla sintomatologia, rappresentano solo l’espressione ultima di un disturbo.
Assumere una “prospettiva psico-somatica” significa occuparsi di mente e di corpo, nello sforzo di comprendere l’individuo all’interno della sua “complessità bio-psico-sociale”, in modo tale da considerare non solo la malattia, ma “il soggetto nella sua “globalità” , ponendolo al centro di un sistema influenzato da fattori biologici, psicologici, sociali, interpersonali e ambientali” (P. Porcelli).
Solo se si pensa all’organismo, non come la somma di singole componenti appartenenti ad ambiti slegati tra loro, ma come l’”integrazione complessa” di tutto quello che si è, si sente, si pensa,senza distinzione tra ciò che avviene sul piano mentale e quello corporeo, si potrá riuscire a vedere ogni soggetto nella sua “interezza” e, soprattutto, comprendere che cosa gli succede.
Tutto ciò in un’ottica di promozione della salute e del benessere, che punta ad un piú generale miglioramento della qualità di vita, intesa come mantenimento, ripristino o potenziamento delle risorse di un soggetto, per favorire una risposta adattiva sia alle esigenze interne che alle richieste dell’ambiente fisico, sociale e relazionale circostante.
Tutti gli aspetti dell’esistenza di un soggetto sono importanti, ed è fondamentale che essi siano tra loro “equilibratied in armonia”, per consentire agli individui di raggiungere e mantenere quella “condizione ideale” che possa influenzare positivamente il funzionamento dell’intero organismo, consentendo di sfruttare al meglio tutte le capacità, da quelle maggiormente cognitive ed intellettive, a quelle piú emotive e spirituali.
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