A cura della Dott.ssa Vera Cantavenera, Psicologa Clinica, Coordinatrice sede Agrigento PSP-Italia
Bisogna ricercare un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.
(A. Barricco)
Abstract
Returning from vacation is always a bit traumatic, the vast majority of people suffer from symptoms of post-vacation stress. In this review, we will analyze the symptoms, the possible causes that determine this syndrome, and the solutions for prevention. We will talk about the common phenomenon, providing a positive interpretation compared to what is generally thought. Post-vacation stress involves a moment of arousal for the body and mind that leads us towards a reflection that can generate a probable underlying discrepancy between desires and daily reality. The return, therefore, should be used to listen to these signals and give a twist to our daily life. Probably the return from vacation, a period of relaxation and regeneration could represent the ideal moment, to bring some vitality and inspiration into the work or simply to face with new determination and energy those problems that initially seemed difficult or boring.
Riassunto
Il rientro dalle ferie è sempre un pò traumatico, la stragrande maggioranza delle persone accusano sintomi da stress post-vacanza. In questa disamina si analizzeranno i sintomi, le possibili cause che determinano tale sindrome, ma anche le soluzioni a prevenzione. Si parlerà del fenomeno comune, fornendo una chiave di lettura in positivo rispetto a quanto generalmente si pensa. Di fatto, Lo stress post-vacanza, comporta un momento di arousal per il corpo e la mente che ci conducono verso una riflessione che può generare una probabile discrepanza di fondo tra desideri e realtà quotidiana. Il ritorno, dunque, dovrebbe essere sfruttato per ascoltare questi segnali e dare una svolta alla nostra quotidianità. Verosimilmente il rientro dalle ferie, periodo di relax e di rigenerazione potrebbe rappresentare il momento ideale, per portare un po’ di quella vitalità e ispirazione nel contesto lavorativo o semplicemente per affrontare con nuova grinta ed energia quelle problematiche che dapprima ci sembravano ardue o noiose.
Introduzione
La “sindrome da rientro” viene vissuta ogni estate dalla maggioranza delle persone: finite le vacanze, il ritorno alla routine fa affiorare un senso di tristezza, ansia e insoddisfazione. È un fenomeno normale, cui sintomi sono passeggeri, una sindrome da adattamento superabile in pochi giorni, il tempo necessario per riorganizzarsi e riprendere il ritmo del quotidiano. Gli psicologi, infatti, concordano sul fatto che questa fase critica può trasformarsi in una straordinaria opportunità che spesso resta in secondo piano. Lo stress post-vacanza, di fatto, comporta un momento di arousal per il corpo e la mente che ci conducono verso una riflessione che può generare una probabile discrepanza di fondo tra desideri e realtà quotidiana. Questo ritorno, dunque, dovrebbe essere sfruttato per ascoltare questi segnali e dare una svolta alla nostra quotidianità. Verosimilmente le ferie ci hanno dato ristoro e sono servite a nutrire la nostra creatività e, magari, ci hanno regalato un colorito più vivace, tale per cui il ritorno alla routine potrebbe rappresentare il momento ideale per portare un po’ di quella vitalità e ispirazione nel contesto lavorativo o semplicemente per affrontare con nuova grinta ed energia quelle problematiche che dapprima ci sembravano ardue o noiose.
In quest’articolo si analizzerà il rientro dalle ferie come causa di stress ma anche come opportunità. Si evidenzieranno dunque i sintomi della “sindrome da rientro ” e le possibili azioni per prevenirla e dunque ci si soffermerà a leggere questo “disagio” in una chiave più positiva: una transizione rappresentativa di rinascita.
Considerazioni
Il rientro in ufficio e più in generale alla vita quotidiana dopo un periodo di ferie estive è come per chi fa il primo tuffo in mare: all’inizio l’acqua può sembrare fredda ma con il tempo ci si adatta e la temperatura diventa piacevole. Questo passaggio non è per nulla banale ed ha un significato psicologico cruciale come se fosse un rituale.
Il rientro di fatto, spesso è un’esperienza insolita e difficile dal punto di vista fisico ed emotivo è come se si attivasse una sorta di interruttore mentale, ed è ben diverso da un capriccio; è una vera e propria resistenza, proprio perchè c’è quella nostalgica sensazione che ci assale pensando alle onde del mare, al calore del sole e all’unione familiare, al relax e al gusto di un cocktail fresco. Il rientro rappresenta un momento estremamente delicato che oggi, pur non essendo riconosciuto come vero e proprio disturbo patologico, è un fenomeno molto attenzionato. Dati Istat , riportati nelle ultime letterature evidenziano che il 35% della popolazione al rientro dalle ferie manifesta tristezza, ansia, irritabilità e mancanza di motivazione. Questo fenomeno, noto come depressione post vacanze, sindrome da rientro o post vacation blues, ritrae un vero e proprio disagio emotivo e una condizione psicologica di malessere che seppur transitoria, presenta come accennato una serie di sintomi che vanno ben oltre alla semplice malinconia da fine ferie. Il rientro, di fatto, come dice la stessa parola, non è un semplice ritorno ma un ritorno in un luogo chiuso fatto di routine. È un ritorno alla normalità e quindi a quel disagio che ci opprimeva in precedenza e che dobbiamo fronteggiare nuovamente dopo un periodo in cui in qualche modo avevamo baypassato quel ritmo serrato.
Come asserisce lo psicoterapeuta e psicologo, dott. Francesco Bocci, la questione non riguarda il fatto che siamo tristi di rientrare a lavoro o riprendere le nostre normali azioni del quotidiano, piuttosto che siamo tristi di tornare alla nostra routine, poiché in vacanza o in viaggio entriamo in una modalità più analogica, rallentiamo il nostro modo di agire e ci abbandoniamo al vivere nel qui ed ora, sopraffatti dalle emozioni e dalle sensazioni di benessere dettati dal piacevole relax, rispetto al frenetico agire a cui spesso siamo costretti. Pertanto, al ritorno il sentimento più diffuso è un mix di tristezza e rassegnazione e non basta bypassare la fase down prenotando subito il prossimo viaggio per alleviaretutti i sintomi tipici del “post vacation blues”: ansia, difficoltà di concentrazione, disturbi della digestione, mal di testa, malinconia e/o tristezza, insonnia, irritabilità, sbalzi d’umore, sensazione di affaticamento, di fatto, si avvertiranno ugualmente. Più utile di contro sarebbe rompere il loop della “fuga” concentrandosi maggiormente nella cura dei propri bisogni. Indubbiamente esiste un nesso tra stress da rientro, fuga dalla realtà e insoddisfazione personale. Di fatto, chi generalmente ha una vita personale e professionale gratificante seppur con qualche difficoltà iniziale, che concerne la ripresa dei ritmi frenetici, non subisce nessun ulteriore stress anzi, la fine delle vacanze estive segna per queste persone l’inizio di un nuovo anno di progettualità stimolanti. Chi invece ha sfruttato le vacanze come rifugio per scappare dalle problematiche e soprattutto dalle insoddisfazioni del quotidiano è più a rischio di vivere il post vacation blues.
Generalmente, nella maggior parte delle persone che manifesta la depressione post- vacanza, il malessere sparisce dopo pochi giorni, se di contro i sintomi dovessero persistere è bene contattare un esperto in depressione e/o ansia o uno psicologo del lavoro per ricercare la natura del disagio.
Ad ogni modo, si consiglia di non sottovalutare i cambiamenti d’umore, i disturbi del sonno, la percezione negativa di ciò che ci circonda e la stanchezza, tutti sintomi derivanti dal malessere generato dal rientro alla normalità che dipende dal riadattamento agli orari, agli obblighi lavorativi e familiari che spesso ci sovrastano e dalla quale pur fuggendo non siamo potuti allontanarci.
A tal riguardo è possibile applicare dei piccoli accorgimenti che possono essere d’aiuto a ridurre l’ansia e lo stress da rientro a lavoro, ad esempio: programmare il rientro a piccoli passi, in modo da gradualmente riprendere le abitudini consone; ma anche decidere di non aspettare troppi tempo per rivedere gli amici nuovi conosciuti o organizzare qualcosa da fare insieme. Un’altra alternativa potrebbe essere approfittare di questo periodo e guardarci dentro per valutare se sia il caso di introdurre qualche cambiamento nella nostra vita, dunque ricercare un sano equilibrio tra vita affettiva e vita lavorativa.
Conclusioni
Volendo concludere questa disamina è possibile asserire che secondo dati ISTAT, 1 italiano su 2 soffre della sindrome da “Post Vacation Blues”. Abbiamo visto che questa sindrome da rientro è una condizione di malessere psicologico e fisico che si sperimenta a fine estate e deriva dal rientro nel contesto e nella routine e, non è una patologia, piuttosto è una risposta psicofisiologica alla reimmersione nel tran tran quotidiano. Secondo un sondaggio svolto dall’Eurodap è emerso che: il 58% delle persone al rientro dalle ferie si sente stanco al pensiero di ricominciare, ma felice per come sono trascorse le vacanze; il 47% ha sottolineato quanto sia eccessivamente stressante la ripresa delle attività quotidiane; il 79% ha dichiarato che dalle vacanze cercava svago e relax; mentre per il 54% il periodo di stop non ha apportato alcun miglioramento alla situazione attuale.
Alla luce di quanto sopra riportato è possibile evidenziare che questa sindrome investe normalmente la stragrande maggioranza delle persone ed è riconducibile ad un meccanismo scaturito dal sistema ipotalamo-ipofisi-surrene, che si manifesta con vari sintomi e che comunque dura circa una settimana. Ma, in alcuni casi, può scatenare problemi latenti più seri e duraturi legati ad ansia e depressione, che necessariamente devono poi essere attenzionati da professionisti. Ciò che dunque è certo è che, più generalmente, il cambiamento repentino delle abitudini, induce il nostro organismo a manifestare questa sindrome. A tal riguardo, sarebbe opportuno riflettere sul tempo che dedichiamo a noi stessi, a prescindere da quello che durante il periodo di ferie ci allontana dalla routine.
Di fatto, dovremmo prenderci cura dei nostri bisogni ogni giorno cercando di trovare un sano equilibrio tra dovere e piacere.
La radice del problema, infatti, risiede proprio nella tendenza spesso a dividere in maniera netta il tempo dedicato al dovere e quello al piacere/benessere. Tale per cui, accade che i giorni feriali vengano percepiti come giorni infausti e di contro le vacanze estive e tutti gli altri giorni di festa sono giorni desiderati e ricercati, per rigenerarsi. È importante, dunque, saper ricercare in ogni giorno, anche in quelli più duri, alcuni momenti di piacevolezza, di benessere o crescita personale che possano prevenire l’eventuale stress da post-vacanza. E come recitava AlessandroBaricco in Oceano mare: “bisogna ricercare un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte“. Non è detto che sia frustrante il rientro, piuttosto deve divenire un momento propizio per valutare bene come fronteggiare incombenze sospese e doveri. Dev’essere un momento opportuno per rivalutare le nostre priorità ed eventualmente introdurre qualche cambiamento nella nostra vita. Il post-vacanze può servire a rinascere e attraverso un modus operandi positivo è possibile attuare azioni e gesti che possono rendere il rientro meno traumatico e dare speranza per affrontare col sorriso il da fare quotidiano. D’altronde come recitano i versi di Samuel Taylor Coleridge: “La felicità della vita è fatta di frazioni infinitesimali: di piccole elemosine, presto dimenticate, di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo gentile, di un complimento fatto col cuore”.
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