A cura della Dott.ssa Patrizia Santagati, Psicologa Clinica, Coordinatrice Pronto Soccorso Psicologico-Italia
“Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi”.
Abstract Autism is not a monolithic condition, but a mosaic of individual nuances. Each person with autism represents a universe of their own, with their own strengths, frailties, talents and challenges. Avoiding reductive generalizations and adopting an individualized approach that is attentive to the peculiarities of each person are fundamental steps to ensure respect and appreciation of every individual with autism. Autism is often misconstrued as a deficit in social skills, empathy, and communication. This distorted perception hinders a true understanding of the condition and erects significant barriers to inclusion. Therefore, a deeper examination of the social context and its dynamics in relation to autism is crucial.
Riassunto
L’autismo non è una condizione monolitica, ma un mosaico di sfumature individuali. Ogni persona con autismo rappresenta un universo tutto suo, con i propri punti di forza, fragilità, talenti e sfide. Evitando generalizzazioni riduttive e adottando un approccio individualizzato e attento alle peculiarità di ogni persona, passi fondamentali, si garantiscono il rispetto e la valorizzazione di ogni individuo con autismo. L’autismo viene spesso frainteso come un deficit di abilità sociali, empatia e comunicazione. Questa percezione distorta ostacola una vera comprensione della condizione ed erige barriere significative all’inclusione. Pertanto, un esame più approfondito del contesto sociale e delle sue dinamiche in relazione all’autismo è cruciale.
Introduzione
Tra i disturbi del neuro-sviluppo, il disturbo dello spettro autistico rappresenta una condizione complessa che influenza in modo significativo le modalità di interazione sociale e comunicazione degli individui. Nonostante la potenziale coesistenza di abilità intellettive nella norma o addirittura superiori in domini specifici, le persone con autismo incontrano notevoli difficoltà in ambiti cruciali quali:
Comunicazione verbale: stabilire conversazioni fluide e coerenti, prendere l’iniziativa nella comunicazione, utilizzare un linguaggio ricco e sfumato, adattarsi alle diverse convenzioni sociali.
Interazione sociale: comprendere e rispondere adeguatamente alle emozioni e stati d’animo altrui, sviluppare reciprocità sociale, stringere e mantenere relazioni significative, condividere interessi ed esperienze.
Flessibilità cognitiva: adattarsi a cambiamenti e novità, gestire situazioni non routinarie, elaborare informazioni complesse in modo flessibile.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare l’estrema eterogeneità che caratterizza il disturbo autistico. Ogni individuo presenta un quadro clinico unico, con livelli di gravità e sfumature sintomatiche differenti. Questa variabilità rende inappropriato l’utilizzo di etichette generiche e sottolinea la necessità di un approccio individualizzato e attento alle peculiarità di ogni persona.
In aggiunta alle difficoltà sopracitate, l’autismo può manifestarsi con:
Comportamenti ripetitivi: attaccamento a routine rigide e rituali, compimento di movimenti stereotipati, eccessiva perseverazione in determinati comportamenti.
Interessi ristretti: focalizzazione intensa e prolungata su specifici argomenti o attività, spesso con esclusione di altri interessi, difficoltà nel “de-shifting” dell’attenzione.
Oltre alle sfide intrinseche alla condizione, le persone con autismo possono affrontare ulteriori difficoltà derivanti da:
Mancanza di comprensione e supporto: pregiudizi, stereotipi e disinformazione possono ostacolare l’inclusione sociale e l’accesso alle opportunità.
Barriere ambientali: la carenza di adeguati supporti e servizi può limitare l’autonomia e la partecipazione alla vita sociale.
Emarginazione e isolamento sociale: la difficoltà di relazionarsi con gli altri può portare a vissuti di solitudine e frustrazione.
Sebbene l’autismo presenti delle sfide, è fondamentale riconoscere il potenziale unico e inespresso che le persone con spettro possiedono.
Considerazioni
Fatte le premesse di cui sopra dobbiamo interrogarci se la società odierna sia realmente inclusiva e promotrice dell’integrazione delle persone con autismo? Crea un contesto che sia favorevole e vantaggioso per loro? Favorisce una giusta integrazione sia nel mondo del lavoro che in quello scolastico?
Come già evidenziato, l’autismo viene spesso associato principalmente a una carenza di abilità sociali. Questa visione spesso distorta potrebbe ostacolare una reale comprensione della condizione e creare barriere significative all’inclusione. In tale ottica, è necessario “sfatare” per certi versi l’errata percezione che spesso associa l’autismo a una mancanza di socialità, empatia e comunicazione.
Si tratta di un’analisi bidirezionale: da un lato, si cerca di capire come le persone con autismo vivono la società; dall’altro, si valuta come la società si adatta e si impegna per accoglierli e supportarli al meglio.
Contrariamente a quanto spesso si crede, l’isolamento non è una scelta delle persone con spettro autistico. Al contrario, esse desiderano connettersi con la società e con gli individui che le circondano. Questo desiderio, spesso, viene ostacolato da una carente comprensione, da parte della società stessa, delle regole non verbali e delle sfumature della vita sociale, che possono, sicuramente, variare notevolmente in base al contesto. Come già accennato, un’ulteriore sfida per le persone nello spettro autistico è la difficoltà a comprendere appieno le emozioni e i sentimenti altrui. Questa incomprensione può creare ostacoli significativi nella costruzione e nel mantenimento delle relazioni interpersonali. La comunicazione, infatti, è alla base di ogni legame e quando questa viene compromessa da una mancanza di comprensione, si creano barriere che possono essere difficili da superare.
Un esempio eloquente di come le incomprensioni possano avere un impatto profondo sulla vita di una persona è quello di Gunilla Gerland, che nel 1999 ha scritto un’autobiografia dal titolo “Una persona vera”. In questo libro, la Gerland racconta le sue esperienze con l’autismo, ripercorrendo con grande intensità emotiva l’ondata di sgomento e smarrimento che la travolse a seguito di un’accusa infondata mossa nei suoi confronti all’indomani di una festa.
L’esperienza della Gerland evidenzia come le persone con autismo possano essere particolarmente vulnerabili alle incomprensioni, a causa delle difficoltà che spesso incontrano nel comunicare e nel relazionarsi con gli altri.
Tuttavia, la storia della Gerland è anche un esempio di resilienza e di forza d’animo. Attraverso la scrittura della sua autobiografia, la Gerland ha trovato il modo di dare voce alle sue esperienze e di sensibilizzare il pubblico sull’autismo. Il suo libro è una preziosa testimonianza che può aiutare a colmare il divario di comprensione tra persone con e senza autismo, e a costruire relazioni più inclusive e rispettose.
Violenza verbale subita per incomprensione emotiva
“Solo allora compresi la terribile realtà: ero stata vittima di violenza verbale a causa della mia incapacità di riconoscere la rabbia mista a soddisfazione, il sadismo. Emozioni che mi erano completamente estranee, non riuscivo a decifrare lo sguardo carico di malvagità di coloro che mi ferivano. Mentre io rimanevo inerme e confusa, la gente, pur non avendo mai provato tali sentimenti, sembrava comprenderli perfettamente, pronta a difendersi. Io no. Non avevo mai vissuto l’invidia, il rancore verso gli altri. Non davo peso alle offese, non avevo uno status da difendere. Non mi sentivo mai ferita o provocata, non concepivo l’esistenza di tali emozioni, tantomeno di poterle suscitare in qualcuno. Dentro di me scaturivano sentimenti genuini, come la gioia e la tristezza, ma li tenevo rinchiusi nel mio mondo interiore. Incapacità che mi precludeva la comprensione dei sentimenti contrastanti che le persone riversavano su di me.” (Gunilla Gerland1999)
Per comprendere le difficoltà sociali che le persone con autismo affrontano, è necessario addentrarsi nel loro modo di percepire e interpretare il mondo. La loro visione è caratterizzata da una de-compartimentazione: persone e oggetti vengono percepiti come frammenti separati, piuttosto che come un’immagine unitaria. Questo approccio frammentario si traduce in un processo di filtraggio estremamente selettivo
delle informazioni sensoriali provenienti dall’esterno. L’ipersensibilità tipica dell’autismo amplifica ulteriormente l’intensità di queste percezioni, creando un ambiente caotico e opprimente. Di fronte a questo sovraccarico sensoriale, la persona autistica può sperimentare disagio, ansia e stress, fino a perdere il controllo. L’estraniamento diventa un meccanismo di difesa inconsapevole, un tentativo di ridurre l’impatto di uno stimolo ambientale eccessivo.
In definitiva, le sfide sociali vissute dalle persone con autismo derivano da una diversa percezione del mondo, mediata da un cervello che processa le informazioni in modo peculiare. La loro ipersensibilità, la frammentazione delle percezioni e le difficoltà di elaborazione degli stimoli sociali creano ostacoli significativi all’interazione e alla comunicazione, sottolineando la necessità di un approccio comprensivo e di strategie di supporto mirate a facilitare la loro integrazione sociale.
La società ha il dovere di creare un ambiente inclusivo e supportivo, dove le loro differenze siano valorizzate e dove vengano fornite le opportunità per esprimere al meglio le proprie capacità e talenti.
Come si può raggiungere questo obiettivo?
Educare e sensibilizzare la collettività: è necessario contrastare stereotipi e discriminazioni, promuovendo una comprensione più profonda dell’autismo.
Riconoscere e apprezzare le abilità e le prospettive uniche: le persone con autismo possono apportare un valore inestimabile alla società grazie alle loro capacità spesso eccezionali in determinati campi.
Favorire l’inserimento scolastico e lavorativo: garantire il diritto all’istruzione e al lavoro in contesti adeguatamente supportati è fondamentale per la loro autonomia e realizzazione personale.
Eliminare le barriere: abbattere gli ostacoli architettonici, comunicativi e sensoriali permette una partecipazione attiva alla vita sociale, favorendo l’inclusione a tutti i livelli.
Investire nella ricerca scientifica: promuovere la conoscenza dell’autismo e sviluppare interventi efficaci è necessario per migliorare la qualità della vita delle persone con questo spettro.
Solo attraverso una maggiore consapevolezza, un impegno concreto nella costruzione di una società inclusiva e un approccio individualizzato e basato sul rispetto delle diversità, potremo garantire alle persone con autismo la possibilità di esprimere il proprio potenziale e vivere una vita piena e gratificante.
Insieme, possiamo costruire un futuro dove le differenze siano celebrate e dove ogni individuo abbia la possibilità di sfruttare al meglio le proprie capacità.
Riflessioni conclusive
In relazione a quanto sopra, diventa essenziale promuovere una maggiore consapevolezza dell’autismo, contrastare ogni forma di discriminazione e stigma, e creare sistemi di supporto personalizzati che favoriscano l’apprendimento, l’autonomia e la piena realizzazione di ogni individuo. Non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di essere autistici. Solo attraverso un impegno congiunto e una visione lungimirante potremo costruire una società che sia davvero rispettosa delle neuro- diversità e che offra pari opportunità a tutti.
Quello che è normale per altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per gli altri.
In un certo senso sono male equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi.
Ma la mia personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata.
Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso.
Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro.
Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni.
Lavorate con me per costruire ponti tra noi.”
(Jim Sinclair, 1998)
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Bibliografia
American Psychiatric Association, (2013). DSM-5. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th Edn. Arlington, VA: American Psychiatric Association.
Cottini Lucio (2002), Che cos’è l’autismo infantile, Carocci Faber, Roma Frith U. (2005), L’autismo: spiegazione di un enigma, Laterza Editore
Ferrucci F. (2004), La disabilità come relazione sociale. Gli approcci sociologici tra natura e cultura, Rubettino
Sinclair J in Peeters T, Autismo infantile: orientamenti teorici e pratica educativa, 1998, Roma
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