Partendo dalla parola ludopatia, che va ricercata in contenuti specifici di tipo psichiatrico e psicologico, il fine di questo articolo sarà quello di rappresentare alcune dinamiche psicologiche di questa patologia, prima verrà analizzata l’origine della parola e il suo significato nel tempo , poi verrà delineata la suddivisione diagnostica psichiatrica, che ha di recente visto interessanti modifiche, per poi delineare alla fine alcuni aspetti del funzionamento psicologico Il DSM 5 ha apportato interessanti modifiche nella concettualizzazione del disturbo, introducendo la classificazione del Disturbo da gioco d’azzardo tra i “Disturbi correlati a sostanze e Disturbi da addiction”, accostandolo così agli altri disturbi di tipo dipendente. Se da un lato il DSM facilita a fare una descrizione meticolosa del giocatore, dall’altro lato però non ci munisce un’interpretazione del funzionamento psicologico, che è articolato e non riconducibile solo a comportamenti manifesti. Successivamente verranno tracciate certe caratteristiche proprie del funzionamento dei giocatori d’azzardo, esaminando la dinamica soggiacente all’attivazione del circolo vizioso della dipendenza come rigorosamente connessa agli stati affettivi, spesso percepiti dai giocatori come cause di disturbo, tanto da dover essere allontanati tramite l’azione del gioco. Alla luce di quanto detto, la ludopatia verrà annoverata come un fallimento nell’ esecuzione della capacità di giocare, intesa come uno spazio intermedio in cui si esprimono mondo interno ed esterno. La dipendenza da gioco d’azzardo è così definita come espressione del fallimento di normalizzare e vivere con pienezza nel mondo reale il proprio mondo interno. La problematicità nella capacità di discernere, comprendere e sviluppare i propri stati emotivi presenti nei dipendenti da gioco d’azzardo comporta un’attenta valutazione al fine di prevenire ed intervenire.