Quando una persona subisce un trauma è consequenziale che la mente e il corpo risentano del "colpo" subito. Nella violenza sessuale la donna che ha subito un abuso avverte un malessere interiore che non può prescindere dal trauma fisico, perché noi abitiamo il nostro corpo e, al tempo stesso, abitano in lui moti fisici di sangue, ossa, organi, che non si esauriscono nella loro descrizione fisiologica ma che creano rimandi e intrecci con la nostra esperienza emozionale e psichica. Attraverso un excursus sul corpo, come luogo, spazio e tempo, come corpo violato, in quest'articolo si vuole indurre il lettore, ad una riflessione sulla sua compromissione in gravi danni e/o traumi, come ad esempio l'abuso sessuale e sul come nel processo di rielaborazione dell'abuso, al fine di "guarire" non si può non prescindere dal corpo e non considerarlo parte strettamente interconnessa alla nostra mente-cervello.