Ogni giorno i mass media, riferiscono atti di grave violenza commessi all'interno delle mura della casa, sia tra coniugi che tra genitori e figli. La violenza in famiglia di cui tuttavia si proferisce e che salta nelle prime pagine dei telegiornali è semplicemente quella che prende le fattezze di complessità tale da non potersi ammutolire, vale a dire quando finisce in forme di reato contro la persona di singolare preoccupazione, come l'omicidio. Il ragionamento che verrà approfondito in questo articolo scaturisce dall’ipotesi che oltre alla violenza intra-familiare manifesta, che non può essere smentita, ne può sussistere un’altra, che dietro le apparenti relazioni familiari “perfette”, cela una realtà allarmante contraddistinta da conflitti oppressi, atroci cattiverie quotidiane, atteggiamenti dispregiativi, stabilendo quella che chiamiamo violenza psicologica e morale.Tali attacchi, non avvengono esplicitamente sul piano fisico come uno schiaffo, una spinta, un calcio, ma giorno dopo giorno, costruiscono un clima insopportabile ad cominciano un processo di disfacimento psicologico, laddove le parole e gli atteggiamenti possono colpire in profondità come pugni, possono essere impiegate per sminuire e pian piano annientare una persona.