Tutti gii approcci psicologici sono concordi nell’affermare che la relazione e le relazioni sono i capisaldi attraverso cui si sviluppa l’individuo, attraverso i quali è possibile scoprire e riscoprire il senso e la direzione dell’esistenza. L’uomo scopre di esistere attraverso il confronto con l’Altro e da questo incontro trae i valori semiotici che lo definiscono. In assenza dell’Altro il rischio è di specchiarsi, come Narciso, all’interno di un mondo fantasmagorico pieno di paure che assumono il volto dei mostri che non siamo riusciti a sconfiggere durante la nostra infanzia. E’ solo attraverso il confronto, l’incontro con l’altro che si produce il necessario cambiamento per poterci adattare al mondo esterno che se riempiano, attraverso le proiezioni del nostro mondo interiore, delle nostre paure diventa, a volte, arido, ostile e minaccioso o, al contrario, assume le sembianze di un giardino rigoglioso all’interno di sabbie mobili pronte ad inghiottirci. E’ il rischio insisto nell’auto referenzialità, che non solo comporta l’assenza dell’altro, ma si esplica in una mancanza di empatia, in una comunicazione non efficace, in conflitti e tensioni, in una autostima altalenante, in isolamento sociale. Gli individui autoreferenziali hanno continuamente paura di poter essere manipolati a seguito dell’emergere delle loro paure e insicurezze in direzione del cambiamento. E’ questa la grande sfida insita nel confronto con l’Altro: quando sono disponibile a perdere in Io per conquistare il Noi.