A cura della Dott.ssa Francesca Torre, Psicologa Clinica Pronto Soccorso Psicologico-Italia
Abstract
The development and exponential growth of the Net have allowed Internet users to be increasingly computerized, to satisfy the pleasure of searching for new things, to have more and more virtual contacts, and to hold conversations with other people, even on the other side of the earth, all while staying in your room in front of your PC. Given the diffusion and rapid ease of access to the Internet, the cyber pedophile or online pedophile manages to have more contacts, than in the past, with his victims, thus broadening his horizons and establishing contact with other pedophiles, with whom to exchange only child pornography material, but to confront each other and create a real online social community. Even if today children are protected by very specific laws at an international level, the world of the Internet opens the doors to the spasmodic search for transgressive in which those subjects with certain deviances who can find what they want, aided by criminal organizations that offer a vast choice of options to satisfy the most monstrous pedophile perversions. In this article, we will review the literature, to provide the necessary information on what is happening on the net so that greater vigilance and protection can be guaranteed.
Riassunto
Lo sviluppo e la crescita esponenziale della Rete ha permesso ai fruitori di Internet di essere sempre più informatizzati, di soddisfare il piacere della ricerca di cose nuove, di avere sempre più contatti virtuali e intrattenere conversazioni con altre persone, perfino dall’altro lato della terra, il tutto, rimanendo nella propria stanza davanti al proprio pc.
Visto la diffusione e la rapida facilità di accesso ad Internet, il cyberpedofilo o pedofilo online riesce ad avere più contatti, rispetto al passato, con le proprie vittime, allargando così i propri orizzonti e stabilendo un contatto con altri pedofili, con i quali scambiare non solo del materiale pedopornografico, bensì confrontarsi e creando una vera e propria social community online.
Anche se oggi i bambini sono tutelati da leggi ben specifiche a livello internazionale, il mondo di Internet dischiude le porte alla ricerca spasmodica di trasgressività in cui quei soggetti con determinate devianze i quali possono trovare ciò che desiderano, aiutati da organizzazioni criminali che offrono una vasta scelta di opzioni per soddisfare le più mostruose perversioni di natura pedofila.
In questo articolo passeremo in rassegna la letteratura, al fine di dare le informazioni necessarie su quello che avviene in rete in modo che si possa garantire una maggiore vigilanza e tutela.
Introduzione
Da anni ormai il fenomeno della pedofilia e della pedopornografia ha destato l’attenzione dell’opinione pubblica, facendo attivare i diversi organismi internazionali per stilare degli accordi tra i vari Stati, per proteggere i diritti dei bambini e tutelarli attraverso delle norme ben specifiche,(De Blasi 2009).
Per capire il fenomeno cyberpedofilia, bisogna partire col descrivere la figura del pedofilo e come successivamente, egli possa proiettarne le proprie e specifiche caratteristiche comportamentali, nel mondo virtuale, dentro il quale egli assume degli atteggiamenti ben precisi, che attualmente possono essere classificabili e distinti.
Secondo l’Associazione Meter Onlus il pedofilo è di solito descritto, come una persona orribile, un estraneo che si approfitta dei bambini per i propri scopi orripilanti, in effetti l’immagine costruita dalla collettività non rispecchia in tutto e per tutto il profilo personologico dell’abusante, le fantasie che girano attorno a questa figura non permettono di vedere i vari aspetti reali, infatti molto spesso essi non sono facilmente identificabili, riuscendo a nascondersi tra le trame della società e a intrappolare le loro vittime rimanendo anonimi. In effetti, spesso i pedofili è gente insospettabile, molto curata esteticamente, che presenta una buona posizione sociale e specialmente vicino al bambino, tanto da essere a volte persino uno dei genitori, gli zii e i nonni della vittima, o qualcuno che si conosca bene e di cui potersi fidare, ancora più precisamente il pedofilo è di solito di sesso maschile, il quale attratto sessualmente dai bambini, può passare all’atto non appena si presenti una situazione favorevole, altre volte tale propensione potrà rimanere nascosta alla stessa persona e manifestarsi dopo un evento scatenante casuale, che porterà il soggetto ad avvicinarsi al mondo della pedofilia.
Da un punto di vista strettamente psicologico, Malizia (2003) riguardo il fenomeno della pedofilia, ne espone il problema, rintracciandone le radici e facendolo rientrare all’interno del contesto delle perversioni sessuali, difatti come afferma l’autore: “La perversione sessuale si sviluppa a causa di una fissazione ad un determinato stadio dello sviluppo del soggetto; nel caso della pedofilia, il soggetto è fissato ad una fase precedente a quella di sviluppo genitale; tale importante ancoraggio, non solo gli ostruisce la possibilità di intrattenere un normale rapporto sessuale con gli adulti o i coetanei per l’irrisolta paura di castrazione, ma sviluppa in lui anche una forte tendenza di carattere narcisistico, che si manifesta nell’identificazione nel bambino di stesso nel periodo della propria infanzia, adottando lo stesso trattamento subito o il suo opposto.”
Secondo gli autori Orfanelli e Tiberio (2003), il pedofilo presenta delle caratteristiche specifiche di personalità, caratterizzata da un’immaturità relazionale, emotiva ed affettiva, tanto da non riuscire a stabilire un rapporto normale ed equilibrato con i coetanei e di conseguenza preferisce i bambini come valvola di sfogo ai suoi bisogni, in primis egli cerca di sedurre la sua vittima corteggiandola e per farla avvicinare, dopo averla adescata, egli proverà piacere nel farle del male, talvolta provocandone la morte, infatti il pedofilo non è spinto dall’amore per il bambino ma per soddisfare i propri bisogni egoistici, tanto da identificarsi con la sua vittima e al tempo in cui egli stesso era un bambino, l’amore che egli prova per la sua vittima, avrebbe voluto provarlo dalla sua stessa madre al tempo della sua fanciullezza e l’abuso diventa una circostanza per colmare l’assenza della propria madre. Questa tipologia specifica di identificazione è una caratteristica peculiare del pedofilo, che infatti secondo quanto affermato da Schinaia (2001) si considera un soggetto adulto che ha subito una sorta di arresto dello sviluppo, restando “bloccato” alla fase adolescenziale, vivendo in una realtà al confine con la fantasia e relazionandosi con l’esterno come se fosse ancora un ragazzino; non a caso il mondo ideale in cui non si cresce mai, ben rappresentato nella favola di Peter Pan è l’esempio per eccellenza per spiegare la condizione psichica del pedofilo. Quest’ultimo fa dei ragazzi il proprio oggetto d’interesse perché rispecchiano ciò che lui vorrebbe essere, ovvero un soggetto libero, senza paure, indipendente trattandosi di caratteristiche proprie dell’età adolescenziale. Altro aspetto che si riscontra frequentemente nei pedofili è il racconto idealizzato di un’infanzia felice e soddisfacente anche se in realtà erano bambini isolati ed esclusi dai coetanei che hanno provato sentimenti di forte invidia, per chi a differenza loro era ben accettato e incluso all’interno del gruppo dei pari; per tale ragione da adulti sviluppano un’inclinazione alla pedofilia, provando una forte attrazione per i bambini perché vengono percepiti come il mezzo tramite il quale è possibile recuperare quell’energia, vitalità, spontaneità tanto desiderata durante l’infanzia, ma mai ottenuta.
Considerazioni
Come già detto internet è un mezzo potentissimo per comunicare, per restare in contatto con gli altri, per tenersi informati, ma a volte se usato in modo sbagliato può diventare un luogo in cui si possono perpetrare dei crimini efferati, purtroppo molto spesso i minori, attratti da questo mondo virtuale, non ancora coscienti dei pericoli che si possono incontrare lungo le vie impervie del web, diventano facile bersaglio di alcuni adulti senza scrupoli che cercano di adescare i minori nella loro rete orripilante.
Dattola (2009) osserva come il nuovo modo di interagire sul Web, da parte delle nuove generazioni, è una relazione dinamica che coinvolge lo sviluppo psico-fisico del bambino, per cui i genitori devono essere sempre informati e coscienti, per carpire le necessità dei figli, ed essere coinvolti in prima linea per fornire una chiave di lettura critica e i mezzi per difendersi su Internet, considerato ormai un altro mondo parallelo a quello reale, dove tutto è possibile, infatti la rete ancora oggi non risulta del tutto regolamentata da una legge specifica, di conseguenza tutti possono accedere e fare quello che desiderano, quindi il ruolo principale dei genitori e delle agenzie educative è quello di vigilare sulle nuove generazioni affinché possano crescere e sviluppare un’identità solida e sfruttare le opportunità che la rete propone nel migliore dei modi. All’interno del grande mondo virtuale, non vi è più una netta distinzione tra consumatore ed operatore, per cui l’utente può assumere tutti e due i ruoli, di fruitore di servizi, come navigazione, email, acquisti online, ecc. bensì anche di soggetto attivo nel produrre contenuti, video, immagini, musica, ecc., questi elementi sono fondamentali perché costituiscono i tasselli di un conglomerato di milioni informazioni, che sono alla base di Internet.
Tale disponibilità di una mole incalcolabile di fonti, se da un lato rappresenta una ricchezza a disposizione di tutti, dall’altro lato della medaglia mostra alcune lacune e svantaggi derivati dall’impossibilità di controllare gli usi impropri che vengono fatti da alcuni utenti, i rari casi di tentativi per regolamentare alcuni aspetti della rete non vogliono limitarne la libertà di utilizzo, ma tanto meglio di impedirne gli abusi che potrebbero insorgere, Spangaro (2011) riferisce che, in questa cornice la tutela del minore, deve essere la prima preoccupazione delle legislature internazionali, affinché si possano creare delle leggi ad hoc in merito alla privacy del bambino e al contrasto della pedopornografia e dei fenomeni violenti ad essa associati, e perché, infine, si possa rispettare principalmente la dignità e i diritti dei fanciulli di tutto il mondo.
La facilità di scambio delle informazioni su Internet, ha agevolato il perpetuarsi dei crimini in rete, in particolar modo la cyberpedofilia, la quale, prendendo piede e radicandosi nelle trame del web, cresce in modo esponenziale, attraverso anche i ricavi illeciti delle organizzazioni criminali, per tale motivo, tali reati non possono considerarsi solo dal punto di vista delle singole persone che soffrono di deviazioni sessuali, ma un fenomeno ad ampio raggio, coinvolgendo non solo pedofili ma anche criminali e persone che vogliono lucrare su queste nefandezze, senza limitazioni di confini geografici, (De Blasi, 2009).
Una delle Onlus più attive che si occupa della lotta alla pedofilia è l’Associazione Meter, che dal 1989, è in prima linea contro la pedofilia, lo sfruttamento e a favore dei diritti dei bambini, dal 2008 l’associazione collabora, attraverso una Convenzione, unica nel suo genere in Italia, con la Polizia Postale e delle Comunicazioni, si viene a creare così l’ OS. MO. CO. P. (Osservatorio Mondiale Contro la Pedofilia), la quale presenta annualmente un Report di monitoraggio della Rete contro la pedofilia e la pedopornografia. L’Associazione Meter è sempre stata attenta ai nuovi fenomeni sul web, e per evitare di rendere inutili le segnalazioni di pedopornografia, ha cercato di scandagliare nelle profondità di Internet soprattutto nel cosidetto deep web, e catalogare la grande mole di materiale pedopornografico, bisogna stare attenti a questo luogo sommerso, poiché è difficile entrare in certi giri loschi e scovare i soggetti coinvolti in questo mercato dell’orrore, si auspica che la Polizia insieme ad altri organi competenti internazionali possano collaborare e trarre delle informazioni valide per contrastare la pedopornografia e liberare le povere piccole vittime, intrappolate in queste situazioni aberranti.
A questo punto è importante fare una distinzione più precisa e più globale delle diverse tipologie di cyberpedofili e la diversa gravità dei loro comportamenti in base all’aumentare della presenza di precisi fattori, in Mazzoni e Rotriquenz (2012), possiamo trovare degli autori come Krone (2004) il quale distingue: “la gravità dei comportamenti online in base a:
1) la natura dell’abuso, dalla vittimizzazione indiretta a quella diretta;
2) il livello di contatti in rete del molestatore;
3) il livello di sicurezza che il molestatore adopera per evitare di essere scoperto.”
Il fenomeno della pedopornografia online miete tante piccole vittime, che spesso vengono messe in secondo piano, infatti i notiziari quando denunciano i crimini tendono a descrivere il profilo del pedofilo, si vogliono conoscere i particolari di come egli agisca, di cosa si serve per avvicinare le proprie prede, tutte quelle informazioni che magari un genitore vuole conoscere per proteggere il proprio figlio, come per esorcizzare quella paura dell’ignoto, e dall’altro lato della medaglia la società tende a nascondere inconsciamente i vissuti delle povere vittime che hanno subito un tale oltraggio, delle vite spezzate per sempre, come riporta (Obber, 2013), sottolineando che i danni causati alle vittime da parte del pedofilo, sono irreversibili creando delle gravi lacerazioni nella strutturazione psichica del bambino, generando un sé frammentato, indice di una sindrome post traumatica, che se non adeguatamente curata, può condizionare per sempre la vita del soggetto.
Le conseguenze dell’abuso possono variare in funzione dell’età, in base alle diverse tipologie di abuso perpetrato e alla durata del tempo, in base alle caratteristiche di personalità e di vulnerabilità dei soggetti, dalle ricerche condotte da Save the Children, sappiamo che il trauma ha degli effetti sulla psiche, sul comportamento e a livello fisico del minore. La maggior parte di questi effetti riguardano i disturbi della sfera emotiva, quali ansia e depressione, vissuti che riguardano la maggior parte delle casistiche, le vittime sono pervase di un senso di paura e di impotenza nei confronti dei loro aguzzini; in concomitanza possono presentarsi anche dei disturbi psicosomatici, come nausea, mal di stomaco, anoressia, ecc che spesso non mostrano un apparente causa, ma sono legati direttamente con le esperienze vissute. Un disagio che spesso è presente nei soggetti abusati è quello del Disturbo post traumatico da stress (PTSD), in cui il minore tende a rivive in diversi modi l’evento traumatico, molto spesso questo disturbo presenta tre fasi cronologiche, la prima è quella acuta, in cui sono presenti sentimenti di vulnerabilità ed incapacità a reagire, una fase successiva pervasa di sentimenti ambivalenti e l’ultima fase a lungo termine che presenta sintomi depressivi, quali pianti, incubi, ecc. Insieme al (PTSD), troviamo molto spesso dei sentimenti di impotenza, senso di colpa e di vergogna, per i quali la giovane vittima sente il peso inaudito dell’evento traumatico, vissuti che incideranno sulla sua vita per sempre, un altro disturbo legato alla sfera sessuale è la cosiddetta “Sessualizzazione traumatica” , ovvero: “Si riferisce ad una attività sessuale inappropriata e prematura, risultante da una stimolazione sessuale, in seguito alla quale il minore impara ad usare il comportamento sessuale per soddisfare bisogni non-sessuali. Il vissuto è più complesso nella dinamica del trauma: il pensiero di un inscindibile collegamento fra l’essere oggetto di desiderio, da parte dell’adulto, ma al tempo stesso ritrovarsi svilito, sopraffatto, strumentalizzato, porta con sé sentimenti e vissuti di disvalore che, se strutturati, diventeranno il motore di ulteriori esperienze di vittimizzazione anche in età adulta. Anche questo vissuto viene amplificato e cristallizzato nelle immagini che confermano drammaticamente questa realtà.” Possiamo individuare alcuni fattori di vulnerabilità, legati a questo particolare tipologia di abuso in Rete, forniti dal progetto di Save the Children (2011), indicando quattro casi di rischi:
a) minori con storie di abusi fisici o sessuali e con esiti psicopatologici;
b) minori con problemi di solitudine, depressione, con problemi relazionali e con difficoltà nella relazione con i genitori, che trovano nella Rete uno strumento utile per far fronte ai loro problemi, soprattutto di relazione;
c) minori maschi e femmine omosessuali o con incertezze sulla loro identità sessuale, che utilizzano la Rete per cercare contatti e informazioni su un tema ancora molto stigmatizzato socialmente; d) minori che – non necessariamente rientrano nelle tipologie precedenti – utilizzano la Rete in modo spregiudicato: caricano online foto di se stessi/e allusive o esplicite sul piano sessuale, accettano di parlare in chat di sesso o avviano sessioni di cyber sex con sconosciuti (anche dietro una ricompensa).
Conclusioni
Da anni ormai il fenomeno della pedofilia e della pedopornografia ha destato l’attenzione dell’opinione pubblica, facendo attivare i diversi organismi internazionali per stilare degli accordi tra i vari Stati, per proteggere i diritti dei bambini e tutelarli attraverso delle norme ben specifiche, De Blasi, parla di Internet affermando che “anche se adoperato illecitamente, quale mezzo particolarmente lesivo di beni giuridicamente rilevanti, che non sono più limitati all’onore, al pudore, all’ordine pubblico e al diritto d’autore, ma si estendono a comprendere la sicurezza delle transizioni elettroniche, il trattamento dei dati personali e la pedofilia.”
Grazie alla polizia postale e ad altri organi competenti, oggi si riescono a stanare i cyber crimes, portando alla luce le orribili azioni perpetrate da soggetti senza scrupoli, che sfruttano dei bambini indifesi per il loro sporco business, si auspica che le persone che si occupano di contrastare tali nefandezze, siano sempre supportate da strumenti affidabili, ma specialmente da leggi ad hoc, le quali, giuridicamente parlando, possano dare il giusto peso alle diverse cause, affinché la legge sia uguale per tutti, e i bambini possano vivere serenamente e liberamente la loro infanzia.
Affinchè il fenomeno della pedopornografia possa diminuire in futuro, tuttavia la giustizia non potrà basarsi solo ed esclusivamente solo sulla repressione di certi comportamenti, ma dal punto di vista psicologico, bisogna intervenire in modo preventivo e attraverso progetti di recupero rivolti ai soggetti sia vittime che carnefici, affinché si possa riacquisire quella dignità personale e sociale deturpata da certi accadimenti, poiché la persona che sbaglia possa essere, si punita, ma anche riabilitata, in sostanza bisogna che si recuperi e si preservi sempre la nobile dignità di essere umano come fine ultimo degli operatori giuridici e sanitari.
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Bibliografia e Sitografia
Dattola, F. P. (2009). Minori e internet. Torino: G. Giappichelli Editore. p.48.
De Blasi, S. (2009). Politiche e azioni di contrasto al fenomeno della pedopornografia on-line. Trento : UNI Service, pp 15-37
Malizia, N. (2003). Profili antropo-criminologici e medico-legali dei fenomeni di abuso sui minori. Torino: G. Giappichelli Editore. p.46.
Mazzoni, G. & Rotriquenz, E. (2012). La testimonianza nei casi di abuso sessuale sui minori. Milano: Giuffrè Editore.
Meter Onlus di Don Fortunato Di Noto, (2015). Comunicati stampa e Report 2015. REPORT ANNUALE 2015, pedofilia e pedopornografia. Acquisito il 24 Maggio, 2016, dal sito: http://www.associazionemeter.org/index.php/informati/report-annuali/cat_view/2-report-annuali/39-comunicati-stampa-e-report-2015 p.22
Obber, C. (2013). Bambini abusati: cosa succede nel loro cuore? Dal CORRIERE DELLA SERA 27 ora. Acquisito il 27 Agosto, 2016, dal sito: http://27esimaora.corriere.it/articolo/bambini-abusaticosa-succede-nel-loro-cuore/?refresh_ce-cp
Orfanelli, G. & Tiberio, A. (2003). L’infanzia violata. Milano : Franco Angeli.
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