A cura della Dott.ssa Vera Cantavenera, Psicologa Clinica, Coordinatrice sede Agrigento PSP-Italia
Abstract
Christmas is the holiday par excellence; it is a period full of meanings and traditions that, like rituals, are repeated yearly and awaken a mix of emotions. The latter change from individual to individual; therefore, they can be very different and, sometimes, given their ambiguity, they can lead us to experience positive feelings and, at the same time, “depressive states”, which lead to nostalgia and disappointment.
However, if we do not allow ourselves to be overwhelmed by the pain linked to the losses we have had or by the discouragement of the distance nor by the anxieties related, at times, to the materialistic consumerism of today’s Christmas, which leads us to stress ourselves in the frantic search for gifts, obscuring the profound meanings enclosed in the tradition made up of symbols, forms and rituals. Instead, we try to recover the positive and spiritual emotions of the Christmas celebration and, therefore, its true meaning, which is the “inner Re-birth.” this holiday will teach us a serene way of dealing with life, stress and sadness, not only on December 25th but all year round.
Riassunto
Il Natale è la festività per eccellenza, è un periodo ricco di significati e di tradizioni che come rituali si ripetono ogni anno e risvegliano in noi un mix di emozioni. Quest’ultime cambiano, da individuo a individuo, e pertanto possono essere molto diverse e, a volte, data la loro ambiguità, possono portarci a provare sentimenti positivi e al contempo “stati depressivi”, cui fanno capolino nostalgie e delusioni.
Se tuttavia non ci lasciamo sopraffare dal dolore legato alle perdite avute o dallo sconforto per la lontananza e neppure dalle ansie legate, a volte, al consumismo materialistico del Natale di oggi, che ci porta a stressarci alla ricerca spasmodica di regali, offuscando i profondi significati racchiusi nella tradizione fatta di simboli, forme e rituali, e piuttosto cerchiamo di recuperare le emozioni positive e spirituali della festa del Natale, dunque il suo vero senso, ovvero la “Ri-nascita interiore”, indubbiamente questa festività ci farà apprendere un modo sereno di fronteggiare la vita, lo stress e la tristezza, non solo il 25 dicembre ma tutto l’anno.
Introduzione
Il Natale rappresenta da sempre per l’immaginario collettivo la festa delle luci e di tutti i suoi colori, la festa dell’allegria che genera magia.
Il Natale è la festività per eccellenza, è un periodo ricco di significati e di tradizioni che come rituali si ripetono ogni anno e risvegliano in noi un mix di emozioni.
Questa festività narra per i più piccini la Fiaba delle fiabe e tradizionalmente per gli adulti la festa della famiglia. Quella “famiglia interiore” che simbolicamente ci riconduce agli affetti più cari a quel calore e ristoro dell’anima, alla gioia dell’amare e dell’essere amati.
Il Natale è un moto del cuore che rievoca nella psiche umana una sorta di “presepe interno”.
Non è solo regali, pranzi ed eccesso consumistico, ma è una festività che, ogni anno, rinnova l’incanto di quel “presepe interiore” che sta alla base della nostra vita affettiva.
In ognuno di noi si risveglia la nostra infanzia, quella magia che ci regala sorrisi e pace e ci riconduce al concetto di “famiglia ideale”: un bambino, una mamma e un padre, costellati dal calore e dall’euforia dell’amore.
Tuttavia, l’idea di famiglia ” magica” e “ideale” che spesso ci costruiamo nella mente non esiste e, la famiglia reale, non vive solo momenti di gioia ma anche di dolore. Così, la “freschezza” del Natale che generalmente ci riconduce ai legami affettivi, inevitabilmente, ci può rievocare non solo i vissuti felici ma anche i momenti più difficili, fatti di ricordi brutti, separazioni, distacchi e lutti.
Per questo motivo, il Natale è un periodo dell’anno in cui si vivono forti emozioni direttamente correlate con le esperienze vissute.
Il Natale è dunque fonte di sentimenti positivi e al contempo di “stati depressivi”, cui fanno capolino nostalgie e delusioni. Di fatto, in questo periodo, le emozioni vissute interiormente cambiano, da individuo a individuo, e pertanto possono essere molto diverse e, a volte, data la loro ambiguità, possono portarci a provare sentimenti contrastanti.
Considerazioni
Il Natale è, per antonomasia, la festa dell’amore e della pace, la riscoperta della nostra Anima e l’apprendimento delle esperienze fatte nell’incontro con le altre Anime. Ogni giorno può essere Natale, se ritroviamo la gioia di vivere ed esistere.
Ogni volta che ci amiamo riconoscendoci nell’Altro, ogni volta che doniamo, è Natale. Per tradizione popolare, il Natale è, di fatto, portatore di serenità e pace e ha profonde valenze culturali.
È costitutivo dell’ “anima dei luoghi”, delle radici simboliche e della cultura multietnica propria dei popoli. Nessun essere vivente può sopravvivere senza radici.
Nel corso dei secoli ed in ogni tradizione, celebrare il rito del Natale rappresenta per ciascun individuo un viaggio tra passato, presente e futuro che gli consentirà di ricontattare i sentimenti positivi: l’amore, la condivisione e la gratitudine, che da sempre richiama alla mente.
Il 25 dicembre rievoca così, una data speciale che ci riporta indietro negli anni, al periodo spensierato dell’infanzia, quando da bambini spacchettavamo i regali e attendevamo di mangiare in famiglia, quei pasti speciali e deliziosi a lungo preparati dalle nostre madri o nonne e di seguito, dopo il pranzo o la cena ci si soffermava intorno al tavolo per conversare e/o per giocare tutti insieme.
Crescendo poi, l’atmosfera natalizia per lo più cambia e rivendica a volte il diritto di sentirsi tristi per chi non c’è più o divertirsi con i cari che per la maggior parte dell’anno sono lontani.
Se tuttavia non ci lasciamo sopraffare dal dolore legato alle perdite avute o dallo sconforto per la lontananza e neppure dalle ansie legate, a volte, al consumismo materialistico del Natale di oggi, che ci porta a stressarci alla ricerca spasmodica di regali, offuscando i profondi significati racchiusi nella tradizione fatta di simboli, forme e rituali, e piuttosto cerchiamo di recuperare le emozioni positive e spirituali della festa del Natale, indubbiamente questa festività ci farà apprendere un modo sereno di fronteggiare la vita, lo stress e la tristezza.
Questo lungo periodo di festività per tradizione popolare costellata da rituali, gesti e sequenze dotati di un significato che va oltre l’azione stessa, ci restituisce infatti il diritto al recupero dell’intimità. Questo “tempo”, che coincide contestualmente per noi cristiani con l’avvento, cioè con la nascita del Cristo Salvatore, “segno” dell’amore di Dio, che nel mistero dell’Incarnazione si fa Uomo per la salvezza di tutti gli uomini, e che secondo il mito antico del folklore germanico, coincide con il solstizio invernale, a cui fa capo la leggenda stessa del Natale, è un’opportunità, per immergerci in noi stessi e con la nostra essenza più pura.
Piuttosto che concentrarci sul ricordo delle tradizioni e delle abitudini che indubbiamente cambiano col tempo, dovremmo pensare al vero significato del Natale.
Il Natale simboleggia, di fatto, per l’umanità intera la Nascita per eccellenza, ovvero la venuta al mondo di Gesù di Nazareth. Un evento che che ha radicalmente trasformato la vita dell’umanità intera: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse“. (Isaia 9,1)
Così come nel cristianesimo l’umiltà e l’indigenza di Gesù fatto Uomo rappresentano la forza e la ricchezza di una vita piena di senso, di un percorso che anche nel dolore non rinuncia alla speranza e all’obiettivo salvifico; in psicologia, andando oltre la sacralità e la devozione verso questo dono Divino, a cui il cristiano crede e basa tutta la sua fede, la Nascita, segna per l’essere umano un principio evolutivo.
Ogni nascita, di fatto, genera un cambiamento ed è sinonimo di “dare alla luce”, rappresenta una forza rinnovatrice che genera Vita; ed effettivamente, tutta la nostra storia di vita, è un percorso fatto di nascita e rinascita, rinnovamento e speranza.
La vita senza una prospettiva positiva, senza un risvolto favorevole, sarebbe sostanzialmente un’esistenza priva di fondamento, una vita già morta.
Il Natale ha dunque diversi compiti e/o meglio funzioni importanti che sono basilari per l’essere umano e che in questa disamina andremo ad analizzare: dal celebrare e sancire il cambiamento e la crescita individuale, familiare o sociale ad affermare e rafforzare al contempo un senso di identità familiare o sociale; dal dare continuità e temporalità alla routine quotidiana al rispondere a quello che potremmo definire il bisogno fondamentale per la nostra esistenza cioè quello di non essere soli, di essere parte di qualcosa di più grande, di amare e di sentirsi amati, nonostante le lontananze geografiche, la frequenza con cui ci si vede, le divergenze di opinioni.
Questo aspetto, unito al senso di spiritualità che molti vivono in corrispondenza di questa festa, rende il Natale un momento speciale.
Diverse ricerche scientifiche pubblicate sul Journal of Environmental Psychology confermano effettivamente che addobbare la casa, celebrare riti e abitudini tipici dell’atmosfera natalizia apporta non pochi benefici.
Il Natale senza dubbio rinnova, mantiene e rafforza i legami familiari. I riti e le tradizioni natalizie, pur declinandosi in forme diverse, sono celebrati in tutte le culture. Questi favoriscono e preparano l’individuo e l’intera comunità al passaggio da una fase all’altra del ciclo di vita, ad una perdita o ad un cambiamento importante, ed aiutano ad elaborare ed a dare un senso a tale cambiamento, inserendolo nella trama narrativa della propria storia di vita.
I rituali affermano delle modalità di interazioni chiare e prevedibili, che definiscono il tipo di relazione. Le tradizioni natalizie, di fatto, sono spesso il collante che mantiene unita la famiglia. Durante il Natale, i bambini instaurano legami più forti con i familiari e l’identità familiare viene rinsaldata.
I rituali, che poi quotidianamente compiamo, in questo periodo, acquisiscono maggiore significato e infondono conseguentemente un senso di sicurezza che sembra proteggerci dall’immensità e dalla caoticità del tempo in cui siamo immersi giornalmente. Alcuni rituali tipici del Natale, come il preparare l’albero o il presepe, stare insieme per il pranzo o la cena hanno la funzione di suggellare e rimarcare il sentirsi parte di un tutto ed uniti agli altri membri, attraverso legami relazionali chiari e duraturi. Questi riti, hanno il sapore di senso d’appartenenza all’altro e ci riconducono a un riconoscimento del sé. Ad esempio in psicologia lo stesso significato del “fare” l’albero di Natale è simbolo di crescita personale e rappresenta il rapporto con noi stessi e la nostra realizzazione personale. Di fatto, per lo psicoanalista C.G.Jung, l’albero di Natale è il simbolo del processo di individuazione, ovvero quel processo di crescita personale che porta ciascuno di noi a diventare una persona indipendente; simbolo di trasformazione e di autorealizzazione, “usanza che nutre l’anima, nutre l’uomo interiore”; simboleggia la speranza, la la fiducia e la forza che possono sostenerci anche nei momenti più difficili.
Il Natale, dunque, in tutti i suoi momenti, risponde all’unico bisogno fondamentale: il bisogno di sentire di non essere soli, di essere parte di qualcosa di più grande, di amare e di sentirsi amati, nonostante le lontananze geografiche, la frequenza con cui ci si vede, le divergenze di opinioni. Questo aspetto, unito al senso di spiritualità che molti vivono in corrispondenza di questa festa, rende il Natale un momento speciale.
Conclusioni
Riassumendo quanto in questa disamina trattato, è possibile asserire che il clima natalizio e soprattutto il senso e lo spirito del Natale non possono e non dovrebbero essere relegati solo al 25 dicembre, ma dovrebbero essere continuamente coltivati e mantenuti vivi, poiché tradizioni e abitudini natalizie sono indice di identità e di appartenenza a qualcosa e a qualcuno. E in senso spirituale e religioso il richiamo alla “bontà” e alla “buona volontà”, rievocano se adottati nella quotidianità della vita, con consapevolezza, al di là di ogni religione, il primato dell’Amore, unico motore che qualifica la vita stessa come possibilità unificante, universale, e come “competenza comune ad ogni uomo”. La vera bellezza della vita, di fatto, non si trova nelle cose materiali, ma negli affetti, dentro di noi e dentro le persone.
Le festività, in questo senso, rappresentano il luogo privilegiato in cui essere o diventare famiglia, proprio perché si mettono in atto dei comportamenti che, non solo vengono condivisi al di là del tempo e dello spazio, ma che assumono un significato simbolico che “vale” per tutti.
A Natale il rito della famiglia che si riunisce, rinnova le consuetudini vissute e apprese da un passato che, ogni volta, ri-diventa presente attraverso la storia condivisa da tutti i membri della famiglia e dai loro legami che si estendono, inevitabilmente, nel futuro. E, se ci pensiamo, nessuna famiglia potrebbe esistere in assenza di questi elementi proprio perché rappresentano i fondamenti di qualsiasi sistema vivente.
Il Natale, insomma, rappresenta un momento importante dell’anno non perché si debba appartenere ad una famiglia sempre perfetta e amorevole, ma perché si possa guardare alle proprie relazioni importanti, sentirsi parte di queste e ricordarsi che non si è sempre da soli nell’affrontare la vita ed il mondo.
Il clima natalizio per concludere, fa leva sui nostri buoni sentimenti e ci immette in un mood fatto di emozioni positive che dovremmo saper coltivare e mantenere tutto l’anno.
Effettivamente, e non è una scusa, molte persone hanno bisogno di un periodo come il Natale, anche e soprattutto chi si sente svuotato e nostalgico.
La gioia della vera festa del Natale, riesce, di fatto, a sublimare questi vissuti in momenti di spensieratezza e conforto nell’incontro con sé stessi e con l’Altro, non solo familiare, a volte anche persone estranee, riproponendo antiche tradizioni che, inevitabilmente, si mescolano dando vita a rituali sempre nuovi.
Ogni uomo che vuole dunque vivere una vita pienamente vissuta, sia in senso spirituale sia in senso laico, deve inevitabilmente rinnovarsi, trovare nel divenire perenne l’eterna conferma della propria essenza immanente.
Ed è l’emozione del Natale che ci riporta a rinnovare i nostri sentimenti, illuminare le nostre menti, e portare pace nei nostri cuori.
Concludendo, il Natale e il suo significato più profondo, rigenerano effettivamente gli esseri umani. A tal riguardo, sarebbe auspicabile che la gioia della festa vera ci accompagnasse lungo tutto il cammino della vita, e ogni nuovo Anno ci rendesse consapevoli del suo significato più profondo: la rinascita interiore, che ci avvicini con determinazione e speranza a una vita “migliore”, in famiglia, nel lavoro e nelle nostre relazioni.
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