A cura della Dott.ssa Vera Cantavenera, Psicologa Clinica, Pronto Soccorso Psicologico Italia
Abstract
Tutte le fiabe hanno un valore senza pari, ma la favola di Babbo Natale e la magia che si respira in dicembre offre ai bambini e non solo la possibilità di rinascere e affrontare i problemi con un ottica più positiva e ottimistica. L’atmosfera emotiva che si crea intorno alle tradizioni e alle fiabe natalizie ci riporta, ai ricordi della nostra infanzia, mentre, attesa e desiderio attivano la fantasia e la creatività avvicinandoci al mondo interiore dei più piccoli.
Il racconto del simpatico “vecchietto” che con il suo vestito rosso e il suo gran pancione scenderà dalla canna fumaria del camino e lascerà loro i doni che hanno tanto desiderato, è la favola per eccellenza che coinvolge e avvolge tutti. In quest’articolo ne analizzeremo l’importanza educativa, il valore che ha l’arrivo di Babbo Natale per i bambini, dunque il valore che attribuiscono all’attesa e la rilevante funzione di attivazione della fantasia e della creatività dei più piccoli, a garanzia della loro crescita emotiva, dello sviluppo del pensiero magico e della loro immaginazione. Oltre che la funzione quasi catartica che rappresenta per gli adulti a cui la notte del suo arrivo rievoca desideri passati, nostalgici pensieri ma porta anche tanta speranza.
Introduzione
Inizia a dicembre la favola del Natale, tutto sembra trasformarsi in qualcosa di magico.
C’è voglia di esserci, di stare di più insieme ed in famiglia, c’è voglia di raccontare e raccontarsi, il desiderio inconscio di avere più luce in una vita buia si accresce: c’è bisogno di una buona novella e che questa arrivi in fretta. L’attesa, speranzosa, ma incerta, è sempre più difficile da vivere ma indubbiamente il Natale è la festa più sentita dell’anno. Il periodo natalizio pesca ricordi nella memoria di ogni persona ed è quel momento che con la sua magica atmosfera coinvolge tutti, grandi e piccini…Certo, per alcuni è solo un periodo carico di nostalgia, per ciò che si è vissuto e per le persone che ci han lasciato. Tuttavia, nessuno ne è immune, neppure il “Grinch”… in fondo lui non odiava il Natale ma l’ipocrisia della Gente e il business che oggi, sembra rappresentare questa festività; tutti subiamo il fascino delle storie, delle tradizioni e dei colori che invadono le strade della città e le nostre case. L’atmosfera emotiva che si crea intorno alle tradizioni e alle fiabe natalizie ci riporta, infatti, ai ricordi della nostra infanzia, mentre, attesa e desiderio attivano la fantasia e la creatività avvicinandoci al mondo interiore dei più piccoli.
Per quest’ultimi infatti, il periodo natalizio è quello che più di tutti rappresenta da vicino il loro mondo psichico. I simboli della festa, rispecchiano il loro linguaggio emotivo ed affettivo che li porta a vivere un momento fiabesco, nel quale la fiaba, la storia diventa pura realtà, più di quanto non lo facciano le altre fiabe. È risaputo infatti, che il ruolo della fiaba non è solo intrattenere i bambini piuttosto è uno strumento educativo molto efficace. Attraverso le fiabe i bambini imparano a scoprire e riconoscere il loro mondo interiore e differenziarlo pian piano da quello reale. Ed è avvalendosi di questa forma giocosa che spesso i bambini riescono a comprendere i sentimenti, anche quelli più complessi, a riconoscersi ed identificarsi nei protagonisti dei racconti, entrando in contatto con le diverse emozioni sperimentate, imparando a riconoscerle, a nominarle e quindi esprimerle.
Ma come accennato la favola di Babbo Natale, e più precisamente il racconto del simpatico “vecchietto” che con il suo vestito rosso e il suo gran pancione scenderà dalla canna fumaria del camino e lascerà loro i doni che hanno tanto desiderato, è per eccellenza una favola di straordinaria efficacia per i bambini, nel trasmettere loro, il valore dell’attesa, del dono e della generosità.
In questo articolo, partendo dal clima magico del Natale che coinvolge e avvolge tutti, analizzeremo l’importanza educativa della favola di Babbo Natale. Ci si soffermerà poi, sul valore dell’attesa, dunque sul cosa rappresenta per i bambini l’arrivo di Babbo Natale e sulla sua rilevante funzione di attivazione della fantasia e della creatività dei più piccoli, a garanzia della loro crescita emotiva, dello sviluppo del pensiero magico e della loro immaginazione.
Considerazioni
Più volte è stato evidenziato nell’introduzione che dicembre è il periodo più bello, più gioioso e luminoso che ci sia. I racconti, le tradizioni e le fiabe che vengono rappresentati in questo mese rimandano grandi e piccini a vivere e rivivere momenti di intimità tra gioia e felicità ma anche tra pianti e nostalgia. La meravigliosa atmosfera Natalizia, seppur a volte triste, avvolge comunque i cuori e gli animi di tutti in un caldo calore e in inebrianti aromi che ci conducono a vivere e sperimentare diversificate emozioni. Questa magia travolge soprattutto i bambini che interiorizzano il periodo di Natale, i suoi simboli e la favola di Babbo Natale come un linguaggio a loro molto familiare attraverso la quale sviluppare il pensiero magico, tipico della loro organizzazione mentale e dei loro scambi con la realtà.
La favola di Babbo Natale che fin da piccoli siamo abituati ad ascoltare e che generalmente raccontiamo e per tradizione riproponiamo ai nostri figli è un’avventura straordinaria oltremodo molto reale. I bambini di fatto, insieme ai grandi, sono catapultati in un momento estremamente frenetico e avvincente che è avvolto veramente da un’aura magica; e si sà che la magia è nel loro mondo, un elemento chiave che giunti ad un certo punto, serve per risolvere una situazione critica o problematica.
Grazie a quest’aura magica il bambino sviluppa la capacità di problem solving e comprende che grazie alle risorse che ci sono dentro di lui, oppure attraverso l’aiuto degli altri, può superare qualsivoglia difficoltà. È possibile asserire dunque che grazie al racconto di figure amorevoli e gentili come possono essere gnomi, folletti, elfi e… sì pure anche, grazie a Babbo Natale, il bambino inizia a rapportarsi con l’Altro. Babbo Natale di fatto, è un simbolo educativo che rappresenta la magia che i bambini vivono quotidianamente in tutto quello che fanno. Spesso, i piccoli non riescono a spiegarsi alcuni fenomeni che accadono e che sono scientificamente spiegabili per gli adulti ed è proprio grazie al “pensiero magico” che riescono a carpire questi aspetti del reale a loro poco spiegabili e a percepire con maggiore naturalezza la realtà.
Il mondo dei bambini nei primi sette anni di vita si approccia alle favole e ai rituali, per spiegarsi il mondo reale e per scandire le giornate e la quotidianità. Per i più piccoli capire la magia dell’attesa attraverso la figura di Babbo Natale è importante perché inconsciamente acquisiscono il concetto della bontà e si sensibilizzano cercando d’esser più buoni e non per avere una ricompensa ma per la loro natura buona e per la loro ancora ingenuità d’animo. I bambini infatti è attraverso i processi dell’immaginazione e della magia che riescono a guardare il mondo, e a spiegarsi certe situazioni e/o fenomeni. È per l’appunto utilizzando questa sorta di “occhiali fatati” che riescono a capire tutte le logiche sottostanti a ciò che non riescono a comprendere. È bello sapere che i bambini attraverso la magia interiorizzano il mondo reale, credono senza vedere e si fidano dell’adulto.
A tal riguardo, anche se alcuni genitori sono contrari a dire bugie e dunque a mentire sulla storia di Babbo Natale perché si sentono in colpa rispetto al fatto che non stanno dicendo la verità, è possibile confermare attraverso studi di psicologia che di contro è giusto raccontare ai bambini la magia del Natale e la storia di Babbo Natale, poiché per loro l’utilizzo del pensiero magico è essenziale.
Molti genitori non sanno infatti, che i bambini di 4 anni circa, utilizzano questo tipo di pensiero, per poter affrontare la realtà a volte troppo complessa o dolorosa da capire. È solo verso i sette anni che il bambino inizia ad interfacciarsi in modo più maturo con la realtà e il pensiero magico in quegli anni lascerà man mano il posto alla maturazione del pensiero razionale. È pertanto necessario, forse, che i genitori si avvicinino di più ai bambini ed al loro punto di vista, in modo tale da poter vivere il Natale nella sua incantevole magia e aspettare insieme a loro questo giorno meraviglioso, prima che in loro il pensiero razionale si installi e svanisca l’incantevole magia, aura di gioia ed allegria, nel quale ci si ricorda che bisogna volersi bene, che possiamo donare qualcosa a chi ne ha bisogno e che soprattutto possiamo donare il nostro amore e il nostro affetto a chi vogliamo bene.
Il Natale e la sua attesa rappresenta da sempre per i più piccoli il desiderio d’esser stati voluti, desiderati dai propri genitori che, tuttavia, a volte, piuttosto che ricordare la gioia infinita d’averli desiderati oggi hanno perduto la capacità di comunicare con i propri figli ed esprimergli il loro grande amore.
Ed è in questa accezione che dovremmo volgere lo sguardo, al vero significato del Natale che ci rimanda alla questione del donare, donarsi e perdonarsi, ma anche per i bambini al significato intrinseco nel dono ricevuto da Babbo Natale.
Un dono inaspettato che i bambini hanno tanto desiderato, un regalo che giunge da un uomo magico che vien dal polo nord e che senza nulla volere in cambio e in maniera libera, dona le sue cose buone a tutti i bambini.
Questo presupposto di ricevere qualcosa di buono senza averlo meritato e in cui nessuno pretende nemmeno un “grazie” ci rimanda alla metafora della vita intrauterina. In qualche modo, Babbo Natale con il suo pancione rievoca per le madri, il periodo della gravidanza e la sua scesa dal camino in un certo senso pare ripercorrere lo stesso stretto tragitto che la natura segna per noi, sembra proprio così ciò che è stato tanto desiderato, ovvero un bambino, viene donato. Verosimilmente di fatto, il nostro caro Babbo Natale ha anche il compito di riportare ogni bambino a quell’antico periodo vissuto dai loro genitori durante il quale erano in attesa della sua nascita, in cui preparavano la casa, e aspettavano il momento…l’attesa della nascita, così come si attende LUI che giunge con la sua slitta per distribuire doni ai bambini. Dunque, la storia del vecchietto con il grosso pancione che arriva dal polo nord, riporta i bambini al momento in cui essi stessi sono nati. Il bambino ha la possibilità così di rivivere fattivamente il momento della nascita ma soprattutto la possibilità di comprendere quanto è stato realmente desiderato e atteso e quanto i suoi genitori hanno gioito alla sua nascita.
La leggenda di Babbo Natale che trae origine dalla storia di S. Nicola protettore dei bambini, verso i quali ha sempre prestato protezione e che ha sempre salvato da tristi sorti, e patrono della famiglia e della fecondità, rappresenta anche quel giudice che combatte per i bambini buoni. Di fatto, si inscena in alcune rappresentazioni sacre in onore al santo, Pietro il Nero, figura antagonista di S. Nicola, che persegue i bambini con la frusta se non sono stati buoni e di contro S. Nicola che interviene chiedendo ai genitori come si è comportato il bambino, e lo salva permettendogli di ricevere il dono.
Questa drammatizzazione rappresentata in maniera divertente, rievoca in qualche maniera, l’ambivalenza di genitori e figli, a dimostrazione che il bene e il male esistono in una relazione di interdipendenza. Di fatto, tutti abbiamo un lato “oscuro” e anche i personaggi magici e leggendari hanno il loro, così come Pietro il Nero lo è di Babbo Natale e la Strega lo è della Befana. Questa storia assume pertanto un grande significato per i bambini, insegna loro il valore dell’essere amati e al contempo il coesistere al mondo, del bene e del male, di parti buone e di parti cattive in ognuno di noi, e parallelamente come tutte le fiabe donano una preziosissima rassicurazione ai bambini che solo le storie e le fiabe sanno donare.
Conclusioni
Alla luce di quanto sinora redatto, è possibile confermare che la magia del Natale è la più bella che ci sia. E se generalmente le fiabe affascinano da sempre adulti e bambini e sono un mezzo espressivo molto potente, in grado di far viaggiare grandi e piccini in tanti mondi e modi diversi, di trasmettere emozioni e sviluppare nei bambini competenze linguistiche ed espressive, la favola del Natale è indubbiamente quella che stimola più di ogni altra la mente e l’immaginazione di genitori e figli. Attraverso la favola del Natale e di Babbo Natale si rievocano emozioni pregresse e si cattura l’unicità del momento in sé: un momento appunto di scoperta, di dialogo, di condivisione e connessione tra genitori e figli. La lettura in generale rappresenta di fatto, un dono reciproco e, in quanto tale, richiede il giusto spazio e il giusto tempo. È giusto dunque non farsi assalire dai sensi di colpa nel raccontare la favola di Babbo Natale, per via di una bugia. Piuttosto è auspicabile che i genitori e le figure di riferimento non ostacolino o limitino il pensiero magico dei bambini lasciando che siano loro stessi, progressivamente, a scoprire della piccola bugia bianca, lasciando non l’illusione, ma la certezza che quell’atmosfera di magia continuerà ad essere presente. Il pensiero magico è infatti un espediente cognitivo eccezionale che i bambini hanno a disposizione per riuscire a vivere in un mondo a misura di adulto, dove tutto per certi versi è fattibile. Attraverso l’immaginazione e proprio grazie allo sviluppo del pensiero magico, il bambino, di fatto si dà spiegazioni a più raggio. L’utilizzo della fantasia assolve alla funzione difensiva, riparativa, propiziatoria e giustificativa del bambino. Il bambino grazie al pensiero magico assolve anche alla funzione conoscitiva, egli si misura col mondo si riconosce e riconosce la funzione dell’Altro con cui entra in relazione. A Natale tutto si può ed è in questo contesto che si rafforza ed è possibile evidenziare e valorizzare maggiormente il potere trasformativo che il pensiero magico ha nei bambini. Quest’ultimo trova la sua massima espressione nel mito di Babbo Natale come edificatore di una cultura condivisa e di un’immagine trasversalmente riconosciuta che fa bene ai grandi e ai bambini. Pertanto, si consiglia ai genitori titubanti, se è bene o meno raccontare bugie e/o comunque mentire sull’esistenza di Babbo Natale ai propri figli, di non esitare; piuttosto di godere anche loro del Natale e della sua magia. Infondo, Babbo Natale esiste in ognuno di noi, poiché tutti siamo stati bambini anche se lo abbiamo dimenticato e poiché tutti abbiamo bisogno di sognare, di credere e di avere fiducia.
Pertanto la presenza di Babbo Natalela per adolescenti, grandi e piccini, rappresenta una fonte di tenero ottimismo e di tanta positività.
Nessuno scrupolo, dunque, guardiamo tutti dalla finestra, verso il Cielo e … chissà, magari se chiudiamo gli occhi inizieremo a sentire lo scampanellio delle renne, lo sentiremo arrivare con il suo OH OH OH e sorrideremo meravigliati per esser ritornati bambini, anche se fosse solo per una notte. Una notte che tuttavia ci donerà ristoro alle menti e riaccenderà i cuori di speranza e gioia.
Bibliografia
– Bastone A., Le fiabe raccontate agli adulti. Storie di ieri e di oggi per la formazione, Torino, Celid Edizioni, 2021;
– Campestrini, S. (2020). Perché i bambini credono a Babbo Natale? Erickson.it;
– Campestrini, S. (2020). Quando e come svelare la verità su Babbo Natale. Erickson.it
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