La Sindrome di Alienazione Genitoriale (PAS)

Two Parents Fighting Over Child In Divorce Concept

A cura della Dott.ssa Patrizia Santagati, Psicologa Clinica, Operatrice Pronto Soccorso Psicologico-Italia, sede di Catania

La Sindrone di Alienazione Genitoriale (Pas)

“La vita sprecata dei genitori ha un’influenza molto forte sul comportamento dei propri figli” (Carl Gustav Jung)

Una separazione conflittuale è una delle esperienze più stressanti, spesso destrutturante poiché intrisa di esasperata emotività ed interesse, ove ciascuno dei partner, convinto delle proprie ragioni, rivendica l’affido esclusivo dei figli.

Compito primario che la famiglia deve fronteggiare, attiene alla ri-organizzazione delle relazioni familiari a livello coniugale e genitoriale, previo riconoscimento ed elaborazione del fallimento di coppia.

A tal riguardo, il bambino, trovandosi coinvolto in un processo di separazione sarà costretto a vivere inevitabili conflitti, causati dalla consapevolezza, di avere dei genitori che non si amano più.

A tale disagio si aggiunge la scelta con chi dei due genitori rimanere; scelta a cui i genitori, più o meno consapevolmente, sottopongono il figlio quando arrivano a contendersene l’affidamento.

Ciò, aumenta inevitabilmente, il malessere del bambino stesso, in un contesto in cui, da una parte vi sono i genitori in crisi, il cui crescente bisogno del senso di inadeguatezza e di conferme della loro validità, li proietta verso la valorizzazione del ruolo genitoriale, e per converso, dall’altra il figlio viene a trovarsi in una situazione di perdita di riferimenti e rapporti certi.

E’ in questa fase conflittuale, che prende corpo quella che può essere definita una “lotta tra adulti“; atteso che, ognuno degli ex coniugi, certo delle proprie ragioni, finisce con il coinvolgere direttamente i figli, questi ultimi, automaticamente saranno disorientati e costretti a fare delle scelte forzate.

Tale modo di agire ha come propria finalità quella di “separare” i figli da un genitore (alienato) ed “educare“, meglio ancora, indottrinare il figlio, per conto del genitore (alienante), a mezzo “strumentalizzazione” contro il genitore “bersaglio”.

È evidente che tale comportamento nasce dal bisogno egoistico del genitore alienante, il quale volutamente, attua metodi comportamentali riconducibili all’esclusivo interesse personale, al di fuori degli effettivi bisogni e necessità dei figli, creando una realtà artefatta e non giustificabile.

Si viene così a creare una situazione in cui da una parte stanno i “buoni “ e dall’altra i “ cattivi “. I figli si schierano dalla parte del genitore alienante, considerato “ buono“, contro il genitore alienato “ cattivo “.

Siamo dinnanzi ad una vera e propria manipolazione, essenzialmente inconscia del genitore alienante.

Quest’ultimo si autostima genitore buono e si prefigge di annientare l’altro, al fine di rinvigorire la propria immagine, anche presentando i fatti sotto una luce a lui favorevole. Crede, davvero, di comportarsi giustamente, convinto com’è della potenziale pericolosità dell’altro genitore che non potrà mai agire bene quanto lui.

Siamo alla presenza di una condizione di fragilità narcisistica, in cui egli non esiterà ad accusare il genitore alienato di sevizie immaginarie, di comportamenti violenti o inadeguati. L’arma del discredito, l’ipocrita gentilezza, la falsità a mezzo mimico comportamentale, sono tutte realtà nascenti e discendenti dal clima di paura istauratosi, ove l’utilizzo del figlio costituisce il mezzo più sensibile per piegare l’altro. Di contro il genitore alienato diventa vittima, ossia incarna, a causa di un passato fallimentare, la figura di un soggetto impotente.

L’insicurezza genera il suo insuccesso e, qualunque cosa egli tenta di fare gli si ritorce contro. L’umiliazione è schiacciante. Il rifiuto e la permanente denigrazione attuata dai suoi figli indeboliscono man mano in lui la stima di sé e lo pongono in una situazione di rabbia silenziosa.

Risultato? L’umiliazione sommata alla decadenza genitoriale e alla condizione di disagio provata, fa vacillare la personalità del genitore alienato, proiettandolo financo, verso l’insorgenza di una sindrome depressiva.

Il figlio, in siffatta situazione si troverà coinvolto in un vero e proprio processo di alienazione, contribuendo, egli stesso all’azione denigratoria nei confronti del genitore alienato. Figli contesi e ben educati da una parte, distruttori e maleducati dall’altra.

Ed è in questa condizione che prende corpo l’humus della Alienazione Genitoriale con sintomi riconducibili ai criteri della cosiddetta Sindrome Parentale (PAS).

La relazione genitore-figlio, basata sull’estremizzazione della suddetta sindrome, può sortire nel minore un effetto psicologico di alto rischio, conseguente a una distorsione della realtà e delle connesse scissioni sia sentimentali che relazionali.

Tuttavia, gli effetti della PAS sul bambino sono negativi, mai benevoli e, purtroppo intensi, poiché il grado di gravità dipende non solo dall’entità del meccanismo coercitivo, ossia del cosiddetto “lavaggio del cervello”, ma anche dall’età del bambino e dal numero di persone di supporto nelle sua vita.

“I figli devono costituire l’interesse primario da salvaguardare e non devono essere loro a pagarne il prezzo della separazione, né a subire le connesse frustrazioni”.

Tuttavia, la complessità della problematica PAS presuppone una stretta collaborazione operativa fra i professionisti del settore socio-sanitario e quelli del settore legale-istituzionale. Tale sinergismo è imprescindibile al fine di ristabilire il legame tra minore e genitore alienato. Per entrambe le tipologie professionali, l’attenzione va rivolta all’intera situazione familiare e, nell’interesse della stessa, a tutelare il minore dal rischio di danni psicologici.

Va da sé che, il loro contributo deve, soprattutto garantire il diritto alla bigenitorialità (affidamento alternato e congiunto) secondo cui non bisogna più partire dal presupposto che sia importante decidere chi rappresenti il genitore migliore, ma come essere entrambi, genitori migliori.

Il Pronto Soccorso Psicologico Italia è presente anche per un intervento preventivo, al fine di sensibilizzare i genitori in merito alla riorganizzazione delle relazioni familiari a livello coniugale e genitoriale, previo riconoscimento dei rispettivi ruoli di padre e madre, stabilendo le basi per una nuova progettualità solo ed esclusivamente nell’interesse del proprio figlio.

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