cura della Dott.ssa Nicoletta Caruso, Psicologa Clinica, Pronto Soccorso Psicologico Italia
Natale con la sua magnificenza, con le tavole imbandite, con la ricerca affanosa dei regali in fondo racconta la storia semplice di un bambino, nato nell’acro odore di una stalla, che ha attraversato la storia con le sue gioie, le sue sofferenze che ancora oggi sono presenti nella collettività. Lo abbiamo visto, nel corso del tempo, piangere sulle tombe di tutti coloro che hanno anelato verso l’uguaglianza, la giustizia e la libertà. Ha attraversato i sepolcri di Jan Pallach, Martin Luther King, John e Bob kennedy, dei tanti neri americani e non solo, degli eroi di Piazza Tienamenn, dei campi di Hauschiwitz, delle tante donne trucidate dai loro compagni. E’ passato in Ucraina, in Siria, in Libano, in Palestina senza imbellettarsi dentro i formicai in cui si rifugiano i tanti che nascondono la verità dentro i loro egoismi. Fin dal primo momento, non si è mai stancato di infondere fiducia e speranza. In fondo, solo la fiducia e la speranza non solo permettono di sopravivere agli orrori più assurdi ma fanno superare le difficoltà quotidiane senza farci sprofondare dentro la sofferenza (Mariano Indelicato).
In questi giorni abbiamo appena salutato il Natale 2023 e, sicuramente, ci stiamo preparando a trascorrere il capodanno nel migliore dei modi, pieni di buoni propositi per il 2024. Come state? Ve lo siete chiesti? Non vedevate l’ora che finisse o non ne avete ancora abbastanza? E’ risaputo che “il Natale sia la festività più importante dell’anno per la cultura occidentale. Quello appena trascorso è il momento migliore per apprezzare la compagnia di famiglia e amici e per celebrare la nascita di Gesù Cristo, colui che sarebbe stato poi identificato da buona parte degli appartenenti alla religione ebraica come il Messia profetizzato dalle Sacre Scritture” (dal web). Il Natale è, per eccellenza, il periodo dei simboli: l’albero di Natale, il presepe, Babbo Natale e i regali, i panettoni, per non parlare degli addobbi nei negozi e delle meravigliose lucine colorate che accendono di gioia le strade. E i pranzi in famiglia, le giocate a carte e i rituali che accompagnano queste festività. Dovremmo essere felici e sentirla, tutta, la magia del Natale, ma in realtà, quello che sentono molte persone è tristezza, malinconia e angoscia. Si è parlato spesso di “Christmas blues” o depressione natalizia come uno stato d’animo “in cui la gioia e lo stupore lasciano spazio alla tristezza e alla malinconia, che si manifestano già durante i preparativi e scompaiono generalmente al termine delle feste. “La società in cui viviamo ci obbliga ad essere allegri in questo periodo, infatti il Natale è associato al dover essere felici, ad avere una famiglia unita, oltre al dover apparire al meglio. Sono tutte condizioni che implicano un senso di obbligo e di costrizione che può generare in alcune persone stati d’ansia, depressione e un forte senso di frustrazione legato al sentirsi ‘inadeguati’ o diversi dalla gente comune.” (Fiolo, Pagliuca, Bertoldo, 2022). “Pensiamo alle cene con i parenti e alle occasioni conviviali che potrebbero riattivare dinamiche conflittuali non risolte; o ai regali da fare che possono generare l’ansia di non trovare il regalo perfetto oppure l’ansia di spendere troppo o alla riduzione degli impegni lavorativi che generano tempo libero e dunque un maggior contatto con se stessi, con i propri pensieri o con vissuti emotivi negativi che spesso vengono mascherati e soffocati dalla routine quotidiana. È un tempo di bilanci emotivi, personali, economici, progettuali e, spesso, se le aspettative non risultano soddisfatte, questi bilanci possono trasformarsi in frustrazione nel non essere riusciti a raggiungere i propri obiettivi e per questo motivo ci si sente sbagliati” (Fiolo, Pagliuca, Bertoldo, 2022). Di buono c’è che “la depressione natalizia è strettamente legata e circoscritta al periodo delle feste natalizie e tende a scomparire con la fine delle stesse. Tuttavia, c’è anche chi, il periodo natalizio e le festività in genere, così come l’intero anno, le vive male a causa della solitudine. Il Natale è la festa della famiglia: ci si riunisce per celebrare l’amore, la gioia, gli affetti ma non tutti possono o vogliono farlo. A volte le famiglie si sgretolano perché viene a mancare il rispetto, la fiducia o semplicemente perché ci si ritrova lontani e sentiamo di non avere nessuno con cui condividere questi giorni di festa. In questo periodo si acuiscono sofferenza e solitudine: ci si sente costretti a sorridere e a ricambiare gli auguri con tanto di baci e abbracci, sostanzialmente, falsi per mascherare tutta l’angoscia che si prova. Ci si sente avviliti da mancanze o assenze, spesso non volute: le case restano vuote, buie e silenziose, depauperate del significato più profondo e simbolico di unione e affetto, per lasciare spazio alla nostalgia e al “desiderio di famiglia” che non c’è più o che non c’è mai stato. Così, quelle lucine colorate per la strada, i mercatini natalizi, gli alberi di natale che si intravedono dalle finestre delle case di “famiglie felici”, diventano l’ennesimo motivo di angoscia per chi si sente solo. E ciò che resta di questi giorni è, a volte, rabbia mista ad un profondo senso di vuoto che difficilmente si riesce a colmare. Questo accade perché “nella psiche umana, il Natale cela la fantasia di una sorta di presepe interno: un bambino, una mamma, un papà, con tutto il calore e l’amore di cui abbiamo bisogno. Una famiglia ideale, fatta di calore, accettazione e gioia, il fondamento dei nostri bisogni relazionali, la fonte primaria della nostra capacità di amare ed essere amati. Quella famiglia così ideale che nessuno ha mai avuto, perché la vita è inevitabilmente esperienza di gioia e dolore, di legami affettivi ma anche di separazioni e distacchi. In ognuno di noi individualmente rimanda alla rappresentazione del proprio presepe interno (l’amore primario con la mamma, il successivo rapporto con il papà, le relazioni all’interno della nostra famiglia). E poiché anche la nostra infanzia è stata costellata da piaceri e doveri, gratificazioni e frustrazioni, gioie e dolori, conserviamo in eterno l’illusione di recuperare quella famiglia idealizzata che non è mai esistita veramente. Il periodo fra il Natale e l’Epifania è quel momento dell’anno in cui vorremmo rifugiarci al sicuro di una famiglia (qualunque concezione o vissuto si voglia personalmente assegnare a questo contenitore relazionale). La psicoanalisi ci conferma che è illusoria quell’idea di famiglia magica che abbiamo in testa e che nella realtà è importante vivere e attraversare relazioni d’amore sufficientemente adeguate e non ideali irraggiungibili di famiglia”. (Calia, 2022). Non c’è, quindi un Natale ideale da vivere ma è indispensabile riconoscere se ci si sente psicologicamente in linea con le richieste del contesto, e se questo non dovesse accadere, si ha pur sempre il diritto di sentirsi tristi anche durante le festività natalizie. “Non c’è dunque un Natale ideale da riproporre, ma solo il Natale che decidiamo di far rivivere come riflesso dei nostri desideri e dei nostri valori; così il Natale diventa lo specchio della nostra famiglia interna, come parte di sé, dei nostri cari e delle tradizioni della nostra infanzia. Con questa famiglia nel cuore, con l’immagine interiorizzata dei nostri genitori, con questo pezzo di “casa” che ci portiamo sempre con noi, non dovremmo mai sentirci soli. Quella “ideale” famiglia dunque ora sei tu! Non importa con chi vivi, o dove sei: la TUA famiglia ora sei tu! È Natale ogni volta che ami, ogni volta che doni, ogni volta che ti ricordi soltanto della gioia di esistere” (Calia, 2022).
Bibliografia ● Bertoldo, E: G., Fiolo, V., Pagliuca, S., 2022. “Christmas Blues: come affrontare il lato malinconico del Natale” ● https://www.corrierenazionale.it/2017/12/18/psicologia-del-natale-gioia-genuina-fel icita-imposta-christmas-blues/ – https://www.grupposandonato.it/news/2022/dicembre/christmas-blues-o-depressi one-natalizia; ● https://www.robertocalia.it/natale/ ● https://www.zanolli.com/magazine/simboli-del-natale-quali-sono-e-qual-e-il-loro-si gnificato;
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