a cura della Dott.ssa Pamela Cantarella, Psicologa Clinica, Responsabile settore Comunicazione PSP
“Il modo più comune in cui le persone rinunciano al proprio potere è pensare di non averlo”
(Alice Walker, scrittrice e attivista statunitense)
Nei casi di violenza nei confronti delle donne da parte dei propri partner ci si chiede perchè le vittime non mettano fine ai loro legami patologici.
Il fattore maggiormente immobilizzante è la PAURA, che motiva buona parte dei comportamenti: paura di non essere credute, paura di ulteriori ripercussioni da parte dei partner qualora si denunciasse la situazione, paura per l’incolumità di eventuali figli, paura di non ricevere risposte adeguate alla propria richiesta di aiuto.
Anche la VERGOGNA influisce sulla maniera di gestire la violenza: ci si vergogna profondamente dei maltrattamenti subiti come se fossero la prova di avere fatto qualcosa per meritarli;
ciò impedisce di cercare un supporto al di fuori della relazione, e impone alle vittime l’assoluta “segretezza” sulla violenza subita, anche nella speranza di evitare stigmatizzazioni.
Il SENSO DI RESPONSABILITÀ di quanto di brutto accade contribuisce a far rimanere imbrigliate tra le maglie di certe relazioni tossiche, in quanto si è fermamente convinte che le reazioni violente del partner dipendano dai propri comportamenti: se ci si comportasse bene non succederebbe niente di cattivo.
Ciò appare inevitabilmente legato al SENSO DI COLPA, che nasce quando ci si permette anche solo di pensare a qualcosa di negativo sull’uomo che, nonostante tutto, si ama.
Quasi sempre si tratta di donne sin da piccole alla ricerca perenne di affetto e approvazione, ma che tutti hanno sempre colpevolizzato attribuendo loro la responsabilità di tutto ciò che non andava bene; visto che la colpa è sempre loro, la responsabilità di chi attua il maltrattamento non viene mai messa minimamente in discussione ed il carnefice viene sempre e comunque giustificato, difeso e protetto.
Cresciute credendo di dover sempre rispettare e servire gli altri e di non dover mai mettere le proprie esigenze al primo posto, queste donne ercano in ogni occasione di accontentare, obbedire e compiacere il proprio partner, impegnandosi così in un’impresa impossibile e destinata a fallire.
Tutto questo riduce in maniera significativa l’AUTOSTIMA: gli abusi subiti sono il segno evidente del “fallimento” del proprio amore e della propria vita e, cercando comunque di obbedire alla regola secondo la quale è compito della donna mantenere l’immagine di una famiglia felice ed unita, le donne vittime di violenza imangono letteralmente “paralizzate” nella presa di decisioni ed incapaci di proteggersi, nel tentativo disperato di tenere in piedi una “finta armonia” ad un prezzo molto alto, che nelle situazioni più tragiche costa la vita stessa.
Per uscire dalla vittimizzazione le donne abusate devono mutare, necessariamente e il più presto possibile, taluni atteggiamenti: dal “mantenere il silenzio per proteggere lui”, al cominciare a parlare per proteggersi; dal “pensare ai momenti di grande amore” (che comunque sono presenti, alternativamente agli episodi di violenza), al capire che l’amore non basta come compensazione; dall’ “essere sole e senza appoggi”, al ricollegarsi con parenti, amici e figure specializzare che possono aiutare a tirarsi fuori (tra cui psicologi e psicoterapeuti); ..dall’ “avere paura, essere insicure e dipendenti”, all’essere forti, coraggiose ed autonome.
È questo il processo di “Empowerment” che si attiva nei percorsi terapeutici che il Pronto Soccorso Psicologico-Italia è pronto ad avviare con le donne vittime di violenza, attraverso il quale poter acquisire la forza di modificare o lasciare le relazioni abusive e poter elaborare, con il supporto di professionisti specializzati, le dinamiche di relazioni malate per un evitamento di future situazioni simili.
Solo così […] “la donna si trasformerà da una persona debole e senza carattere ad una persona che ha avuto il coraggio di chiedere aiuto, di far venire allo scoperto la violenza, di riscrivere la propria storia, di superare la violenza e di uscire fuori dalla difficile situazione di vittima” (R. Galante)
Non solo 25 novembre
No alla violenza sulle donne!
Per l’approfondimento dell’argomento si consiglia la lettura del testo “Perchè non lo lascio? Psicoterapia per donne legate a uomini maltrattanti” della Psicoterapeuta Dott.ssa Rose Galante, dal quale sono stati presi degli interessanti spunti per la produzione di questo articolo.
This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.
Cookie strettamente necessari
I cookie strettamente necessari dovrebbero essere sempre attivati per poter salvare le tue preferenze per le impostazioni dei cookie.
Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.