A cura della Dott.ssa Vera Cantavenera, Psicologa Clinica, Coordinatrice sede Agrigento PSP-Italia
Abstract
Nowadays, more and more young people are affected by a worrying new syndrome called sleep-texting.
This term refers to using a cell phone to send text messages while remaining asleep. This almost automatic behaviour of responding to “text messages” during the night interrupts sleep and, in the long term, causes much damage to health, especially to adolescents. In this article, we will analyze the various sleep disorders and investigate the origins and why the phenomenon of sleep-texting occurs.
Is sleep texting really parasomnia, or is it simply an incorrect behaviour that negatively affects sleep quality and, consequently, the lives of people and adolescents considered the most susceptible to this phenomenon?
Riassunto
Oggigiorno, sempre più giovani sono colpiti da una nuova preoccupante sindrome chiamata sleep-texting, letteralmente “messaggio di sonno”.
Con tale termine ci si riferisce all’uso del telefono cellulare per inviare messaggi di testo rimanendo addormentati. Tale comportamento quasi automatico di rispondere ai “messaggi di testo” durante la notte interrompe il sonno e nel lungo termine provoca non pochi danni alla salute soprattutto degli adolescenti. In quest’articolo si analizzeranno i vari disturbi del sonno e si indagherà sulle origini e sul perché accade il fenomeno dello sleep-texting.
Lo sleep-texting è realmente una parasonnia o è semplicemente un comportamento errato che influisce negativamente sulla qualità del sonno e conseguentemente sulla vita delle persone e degli adolescenti che sono considerati i più suscettibili a tale fenomeno?
Introduzione
Sempre più giovani, oggigiorno, sono colpiti da una nuova preoccupante sindrome chiamata sleep-texting, letteralmente “messaggio di sonno”.
Tale sindrome, sviluppatosi recentemente seguito all’utilizzo smodato dello smartphone mette a rischio il riposo notturno ed è fonte di grande imbarazzo. Di fatto, lo sleep-texting si riferisce nello specifico, all’uso del telefono cellulare per inviare messaggi di testo rimanendo addormentati. Taluni messaggi sono spesso inviati in risposta a un avviso di testo in arrivo; ciò capita il più delle volte, quando ad esempio si dorme con il telefono a letto, o anche sul comodino, in questo modo l’accesso è facilitato ed il comportamento “errato” è quasi automatico. Le risposte incidentali di “messaggi di testo” nel sonno sono generalmente delle risposte a messaggi di testo ricevuti nell’immediato piuttosto che ad un messaggio inviato in precedenza. Il più delle volte, quel campanello o quel suono di avviso di un nuovo “messaggio di testo”, che richiama la nostra attenzione durante la veglia, ci “disturba” anche durante il sonno e così in automatico ci ritroviamo ad afferrare il telefono e a digitare una risposta. Purtroppo però, durante il sonno, non essendo così lucidi come di giorno, potremmo, pur magari riconoscendo il suono del testo e coordinando una risposta manipolando il telefono, incappare in errore e inviare massaggi brevi, senza senso o anche incomprensibili.
Il “messaggio di testo” inviato risulterebbe dunque disconnesso dalla realtà, proprio come parlare nel sonno (o sonniloquio). Lo sleep-texting è un comportamento relativamente nuovo e non vi sono studi validati che riescono a darci spiegazioni certe sul perché una persona potrebbe inviare messaggi mentre dorme. Alcuni ricercatori, tuttavia, sospettano che “i messaggi di testo del sonno” possano essere un tipo di parasonnia; altri non si spiegano come possano le persone con una parasonnia svolgere inconsciamente attività mentre stanno dormendo.
Al contempo, ci sono esperti del sonno che asseriscono che una sovrapposizione tra veglia e sonno potrebbe essere all’opera durante il sonno. Di fatto, potrebbe accadere che un dormiente potrebbe essere svegliato parzialmente dagli avvisi di testo in arrivo e sia comunque in grado di afferrare il telefono e inviare un messaggio ma senza la piena consapevolezza cosciente o la formazione di un chiaro ricordo dell’esperienza. Altri ricercatori invece sostengono la teoria che anche a tarda notte alcune persone potrebbero essere completamente sveglie mentre inviano messaggi di testo e semplicemente poi non ricordano di averlo fatto. Generalmente, nei momenti che precedono il sonno e dopo il risveglio, le persone tendono ad avere un ricordo confuso dei fatti e delle azioni compiute, quindi, delle volte, capita che le stesse presumino di stare dormendo quando sono stati inviati i messaggi.
È certo che, sebbene questa “sindrome” sia nuova e le ricerche a suo carico siano in corso, molte prove sostengono che tale fenomeno sia dovuto principalmente all’uso o per meglio dire all’abuso della tecnologia e che tale atteggiamento abbia un significativo impatto sul sonno. Di fatto, sia che ci si svegli per causa dello sleep-texting, sia che si venga svegliati da un semplice avviso sul cellulare, comunque si interrompe il sonno, compromettendone la qualità. È ormai assodato dunque che la difficoltà ad addormentarsi o mantenere il sonno, il dormire poco e non per il quantitativo di ore consigliato dagli esperti (circa 8 ore), la sensazione di sonnolenza durante il giorno sono legati all’uso dei dispositivi elettronici prima di coricarsi.
Ma come mai si incappa nello sleep-texting e quali sono le conseguenze? Alcuni ricercatori sospettano che lo sleep-texting sia un tipo di parasonnia. Le parasonnie sono un gruppo di disturbi del sonno in cui una persona ha esperienze insolite e indesiderate durante il sonno o nei momenti tra il sonno e il risveglio. Attualmente lo sleep-texting non è riconosciuto come parasonnia alla stregua del sonnambulismo o dei terrori del sonno , ma è stato constatato che ha diverse caratteristiche riconducibili alle parasonnie. Nello specifico, le persone con una parasonnia spesso non ricordano o hanno solo un vago ricordo della loro esperienza notturna anormale, ciò è simile alle segnalazioni che si verificano nello sleep-texting durante il sonno. Si analizzeranno in quest’articolo i vari disturbi del sonno e si cercherà di indagare sulle origini e sul perché accade il fenomeno dello sleep-texting. A tal riguardo, si cercherà di comprendere se lo sleep-texting è realmente una parasonnia o semplicemente un comportamento errato che influisce negativamente sulla qualità del sonno e conseguentemente sulla vita delle persone e degli adolescenti che sono considerati i più suscettibili a tale fenomeno.
Considerazioni
Oggigiorno, svariate ricerche statunitensi, non per ultima quella condotta su 4.100 giovani adulti della Sahlgrenska Academy dell’Università di Göteborg, dal dott. Dan Naim del Los Angeles Sleep Study Institute, hanno dimostrato che l’uso della tecnologia prima di coricarsi ha un impatto negativo sul sonno, sui livelli di stress e sulla salute mentale. Non a caso, la ricercatrice principale Sara Thoméet ha dichiarato che “l’uso regolare di un computer a tarda notte è associato non solo a disturbi del sonno, ma anche a stress e sintomi depressivi sia negli uomini che nelle donne e che di fatto, tutti coloro che trovano stressante la costante accessibilità tramite i cellulari hanno maggiori probabilità di segnalare sintomi mentali”.
È stato constatato che le tecnologie interattive come i videogiochi, i cellulari e Internet influenzano il cervello in modo diverso rispetto a quelle che vengono “ricevute passivamente”, come la TV e la musica. Di fatto, sia i cellulari che i computer interferiscono con il sonno perché gli schermi sono così luminosi da inibire la produzione dell’ormone che induce il sonno, la melatonina , che viene prodotta in ambienti bui.
Alcuni ricercatori asseriscono che il confine tra veglia e sonno si sta offuscando, sta divenendo normale inviare messaggi mentre si dorme e poi svegliarsi con un ping per rispondere. Lo Sleep-texting è infatti divenuto un fenomeno in crescita tra gli adolescenti e giovani adulti, poiché loro ne fanno un uso smodato e pur di stare nel gruppo, portano il cellulare a letto e chattano sino a notte fonda, senza rendersene conto, fino ad addormentarsi con lo smartphone in mano. Questo atteggiamento scorretto, conduce i più a rispondere quasi automaticamente ai messaggi in arrivo, infatti, la stragrande maggioranza dei ragazzi intervistati in una ricerca americana, riferisce che non ricordano nulla. Tale ricerca, condotta per l’appunto in America ha coinvolto 372 studenti, analizzati dagli esperti della Villanova University. Dallo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of American College Health, è emerso che questa pericolosa tendenza è per lo più dovuta alla consuetudine di dormire con il cellulare accanto al letto. È stato verificato che un quarto degli studenti che ha preso parte al sondaggio (il 25,6%) inviava “messaggi di testo” mentre dormiva, mentre i più (il 72%) hanno dichiarato di averlo fatto, ma di non ricordarlo al risveglio. La studiosa che ha guidato la ricerca, la dott.ssa Dowdell, ha svelato che in realtà il fatto di non ricordare ciò ch’è stato fatto non è sorprendente, poiché da questo studio sul sonno è stato scoperto che le persone che si svegliano dopo aver dormito per più di qualche minuto non sono in grado di ricordare i minuti prima di addormentarsi. Di fatto, per molti lo sleep-texting è fonte, come precedentemente accennato, di imbarazzo, oltre che elemento disturbante la qualità del sonno. La mancanza di sonno influisce infatti, sul rendimento durante la giornata e può provocare uno squilibrio emotivo, un abbassamento della concentrazione e stanchezza.
Ma cosa accade nel nostro cervello quando dormiamo e mettiamo in atto lo sleep-texting? Alcuni ricercatori, che classificano questo fenomeno come parasonnia, alla stregua del sonnambulismo, dichiarano che le persone potrebbero non essere addormentate o svegli allo stesso tempo. In effetti, una parte del nostro cervello, quella che ci permette di essere svegli o coscienti potrebbe essere spenta. Nel frattempo, le aree che ci consentono di coordinare i movimenti e inviare messaggi di testo potrebbero funzionare. Poiché tutto il nostro cervello non si mostra sempre nello stesso stato, possiamo ritrovarci ad avere livelli distinti di coscienza che si verificano simultaneamente. Ciò può provocare comportamenti semi-coscienti o semi-intenzionali. Quando questi comportamenti anomali si verificano durante il sonno, vengono chiamati appunto, parasonnie.
Le parasonnie (secondo l’American Academy Sleep Medicine, ICSD 3,2014) rientrano tra le 6 classi diagnostiche dei disturbi del sonno, insieme all’insonnia, ai disturbi del respiro nel sonno, all’ipersonnia di origine centrale, ai disturbi del ritmo circadiano e ai disturbi del movimento in sonno. Nello specifico, questa sottocategoria dei disturbi del sonno coinvolge tutti quei movimenti indesiderati che si possono verificare durante la fase di addormentamento, durante il sonno o al risveglio e di fatto, si correlano al sonno NON REM (REM = Rapid Eye Movement) e al sonno REM. Il sonno REM è una fase del sonno caratterizzata da rapidi movimenti oculari, aumento della respirazione, frequenza cardiaca, pressione e atonia muscolare (paralisi funzionale dei muscoli). E in genere, mentre le parasonnie correlate al sonno NON REM includono comportamenti “comuni” riconducibili a: risvegli confusionali, con connessa tachicardia, tachipnea (respiro accelerato), midriasi (pupille dilatate) e sudorazione; al sonnambulismo e al pavor nacturnus cosiddetto terrore notturno che porta il soggetto a urlare nel sonno e ad avere una bassa reattività agli stimoli esterni. Generalmente, quest’episodio ha durata in media dai 30 secondi ai 3 minuti e al risveglio molto spesso i soggetti non hanno memoria della fonte del terrore.
Le parasonnie correlate al sonno REM includono di contro: il disturbo del comportamento del sonno REM, caratterizzato da movimenti durante la fase REM, in reazione a un sogno e causati dalla mancanza di atonia muscolare. Questo specifico disturbo è più comune in chi assume alcuni antidepressivi e negli over 50; la paralisi del sonno, caratterizzate dalla sensazione di atrofia muscolare durante il sonno o al risveglio che può avere durata di qualche minuto e causare profondi stati di angoscia e infine il disturbo da incubi, che spesso è componente del disturbo post-traumatico da stress, ed è caratterizzato dall’esperienza di ricorrenti e vividi incubi con temi legati a minacce alla sopravvivenza.
In alcune persone, capita poi che la capacità di recitare brevemente i propri sogni si traduce in un disturbo del comportamento REM. Allo stesso modo, lo sleep-texting viene incluso in uno di questi comportamenti che possono verificarsi durante il sonno.
Conclusioni
Il sonno rappresenta per gli esseri viventi una funzione biologica molto importante e indispensabile; la privazione di esso a causa di un qualsivoglia disturbo o disagio ha degli effetti devastanti sulla vita delle persone, agisce negativamente sull’umore e in generale sulla salute psico-fisica dell’individuo.
Il sonno di fatto, è fondamentale da un punto di vista biologico per il recupero delle energie, fisiche e mentali e per il ripristino delle forze. Quando il flusso del sonno viene più volte interrotto e non è garantito il riposo funzionale possono presentarsi una serie di disturbi correlati proprio alla mancanza di sonno, come ad esempio: disturbi d’ansia generalizzata correlata a disturbi da attacco di panico o, ancora, connessa a disturbi fobici e ossessivo-compulsivi, ma anche disturbi della personalità; depressione e mania e disturbi da stress correlato. Spesso ci si rende conto d’esser affetti da un disturbo del sonno quando si manifestano frequentemente alcuni tra i sintomi cui sotto:
stanchezza e svogliatezza diurna;
mancanza d’aria;
mal di testa mattutini;
difficoltà a concentrarsi;
risvegli bruschi durante la notte.
Tali sintomi possono essere verificati e vagliati grazie ad un esame strumentale, qual è la polisonnografia che non è invasivo ed è di semplice applicazione.
Il fenomeno dello sleep-texting in crescita da alcuni anni e classificato come l’ultima frontiera delle tecno-dipendenze, causando tra gli adolescenti, senso di affaticamento e scarsa concentrazione, proprio perché i ragazzi fanno “le ore piccole” “chattando” con gli amici, è stato considerato alla stregua di una modernissima forma di sonnambulismo. Tuttavia, lo Sleep-texting, pur essendo un’attività che riduce pericolosamente le ore di sonno degli adolescenti iperconnessi di questa epoca, non può essere inserito tra i disturbi del sonno vero e proprio ne fra le parasonnie. Ma quel ch’è certo che secondo l’American Academy of Sleep Medicine, gli adolescenti dovrebbero dormire almeno 9 ore per notte, di contro, si andrebbero a squilibrare dei processi psichici fondamentali quali lo sviluppo della memoria e dell’apprendimento, che sono di estrema importanza proprio in questa fase della crescita e dello sviluppo cerebrale.
È proprio per tal motivo che il fenomeno dello sleep-texting è da attenzionare, poiché può divenire, come tutte le cattive abitudini digitali, essendo causa d’interruzione del sonno, un vizio che potrebbe se persistente compromettere la qualità di vita di molti ragazzi.
Le conseguenze, così, come per altri “disturbi” del sonno, possono riguardare non solo la salute “psichica” ma anche quella fisica. Infatti, specie in fase adolescenziale, se non si riesce a dormire per un congruo numero di ore durante la notte, è facile incappare in sensazioni di affaticamento e scarsa concentrazione, e di contro anche in patologie quali il colesterolo e la pressione alta.
Per stabilire la presenza o meno di un disturbo del sonno, dopo aver fatto tutte le visite specialistiche di pertinenza per inquadrare da un punto di vista biologico e fisiologico il disturbo, ci si può rivolgere ad uno psicologo. Questa figura professionale, dopo il medico, grazie alle sue specifiche competenze, è in grado di favorire un accurato inquadramento diagnostico, che va a stabilire sulla base della presenza di 2 o più sintomi persistenti, se si tratta o meno di un disturbo del sonno e ne indica un percorso terapeutico di presa in carico e follow-up della complessa e articolata sintomatologia.
Le tecniche di rilassamento insieme alle tecniche di imagery sono indicate tra gli strumenti validati e standardizzati, utilizzati per il disturbo del sonno. In generale queste tecniche vengono utilizzate preventivamente per il trattamento delle insonnie, mentre per i disturbi già conclamati dive si è già innescato un disturbo depressivo queste tecniche vengono affiancate dall’utilizzo di psicofarmaci e antidepressivi. È ovvio che lo sleep-texting venga paragonato ad una nuova preoccupante sindrome in crescita fra gli adolescenti correlata alle parasonnie, poiché è consono fra i ragazzi chattare di notte e tenere il cellulare accanto a se, sia per poter comunicare con il gruppo dei pari, per sentirsi sempre attivi e al centro dell’attenzione, sia per preservare la loro privacy.
Tuttavia, bisognerebbe dar un freno a queste loro cattive abitudini notturne e fare in modo che in generale non vengano condotti in alcun modo nell’ambiente i cui si dorme. I genitori dovrebbero essere d’esempio e attuare loro stessi oltre che consigliare di lasciare il telefono in carica durante la notte in un’altra stanza, e prendersi a letto la giusta pausa di cui il corpo ha bisogno, senza che vi siano distrazioni altre. Solo attraverso l’educazione ad un sano stile di vita si può ottemperare al dilagare di questa tendenza che viceversa diventerà una nuova forma di parasonnia con relativa sindrome, non solo da attenzionare ma poi anche da curare con adeguate terapie e tecniche in base alla gravità.
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Bibliografia
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