Vamping

A cura della Dott.ssa Vera Cantavenera, Psicologa Clinica, Coordinatrice sede Agrigento PSP-Italia

Abstract

The term Vamping usually indicates a person who stays awake during the night to use the smartphone to send text messages or use it for other purposes.

This new trend among Generation Z makes teenagers vampires by night and zombies by day, with consequences worthy of attention. Among the main consequences that the vamping phenomenon can cause is a lack of sleep. Insufficient sleep affects the physiological rhythms of anyone, however, in this article, we ask ourselves:  《why is Vampig a “danger” more in adolescence than in other moments of life?》To answer this question, we analyzed the function of sleep and its importance in the adolescent period, then pausing to analyze whether Vampig is a pathology to be treated or rather the consequence of a social unease that young people manifest through insomnia and consequently the disturbances produced by it.

Riassunto

Con il termine Vamping si suole indicare una persona che rimane sveglia durante la notte allo scopo di utilizzare lo smartphone per inviare messaggi di testo o utilizzarlo con altri fini.

Questa nuova moda in voga tra la  Generazione Z, rende gli adolescenti vampiri di notte e zombie di giorno, con conseguenze degne di attenzione. Tra le principali conseguenze che il fenomeno del Vamping può causare vi è la mancanza di sonno. Il sonno insufficiente incide sui ritmi fisiologici di chiunque, tuttavia in questo articolo ci si chiede:  《come mai il Vampig costituisce un “pericolo” più nell’età adolescenziale che in altri momenti della vita?》Per dare una risposta a tale quesito abbiamo analizzato la funzione del sonno e la sua importanza nel periodo adolescenziale, soffermandoci poi, ad analizzare se realmente sia il Vampig una patologia da curare o piuttosto la conseguenza di un disagio sociale che i giovani manifestano attraverso l’insonnia e conseguentemente ai disturbi da essa prodotti.

Vamping

Introduzione

Recenti ricerche condotte sul territorio italiano hanno rilevato che circa il 62% degli adolescenti rimangono collegati ai loro cellulari, per chattare, giocare, controllare notifiche su fb o twitter , guardare film su Instagram, etc.., fino a notte tarda; mentre il 15% nonostante vada a letto presto si sveglia in continuazione per controllare le notifiche che il cellulare evidenzia (Osservatorio Nazionale degli Adolescenti 2017).  Allo stesso modo Elizabeth Englander, professoressa di psicologia alla Bridgewater State University di Massachusetts, ha scoperto che l’80% degli studenti universitari intervistati, durante gli studi delle scuole secondarie usavano i cellulari di notte, con una media di uno o due ore senza la supervisione di un adulto, pratica che è stata continuata all’arrivo all’università. Oltretutto, La maggior parte degli studenti presentava problemi di depressione, bullismo e bullismo virtuale, e loro ha trovato una relazione con il desiderio di appartenere ad un gruppo e allo stesso tempo la mancanza di abilità sociali (England, 2014).

Questa pratica diffusa maggiormente tra i giovani, specie fra pre-adolescenti e adolescenti, di restare svegli fino a tarda notte e a volte sino all’alba, viene chiamata “Vamping”.

Tale termine si diffuse nel 2014 negli Stati Uniti  a seguito di un articolo sul web pubblicato da Laura M. Holson sul New York Times che ha indagato sulle caratteristiche di questa tendenza.

Etimologicamente la parola Vamping viene collegata alla parola “vampiro” una creatura mitologica che essendo vulnerabile alla luce del sole, rimane sveglia di notte, e deriva dal verbo inglese “to vamp” tradotto  “vampireggiare”, ma più 

esattamente nasce dall’unione tra le parole inglesi vampire (vampiro) e texting (scrittura di messaggi di testo). Di fatto, la combinazione di questo due termini sta ad indicare una persona che rimane sveglia durante la notte allo scopo di utilizzare lo smartphone per inviare messaggi di testo o utilizzarlo con altri fini. Questa nuova moda, in voga tra la  Generazione Z, rende gli adolescenti vampiri di notte e zombie di giorno, con conseguenze degne di attenzione.

Una tra le principali conseguenze degne di nota che il fenomeno del Vamping può causare è la mancanza di sonno.

Nel tempo, molti ricercatori hanno evidenziato che la funzione del sonno è importantissima ed è necessaria per il normale funzionamento cerebrale (Nedergaard et al., 2013) .

L’effetto del sonno, la sua qualità ma anche la quantità di ore di riposo, di fatto, influiscono sul potenziamento di alcune funzioni cognitive come apprendimento, concentrazione, attenzione, e sulla capacità di partecipare attivamente alla vita sociale. Inoltre, il sonno influisce sul mantenimento dell’equilibrio psico-emotivo della persona, stabilizzando il tono dell’umore, allentando le tensioni e riducendo i livelli di ansia e stress.

Le persone che ne sono deprivate infatti, non sono in grado di svolgere normalmente la maggior parte dei compiti cognitivi di breve durata, ma dopo due giorni di deprivazione, le prestazioni in compiti che richiedono elevati livelli di funzionamento peggiorano (Horne & Petit, 1985). In particolare si ha un rendimento compromesso nelle prove che richiedono attenzione, allerta e vigilanza.

Nel 2011, ancora una volta, grazie agli studi condotti da Jane Ferrie dell’University College London Medical School, che si è occupato di valutare gli effetti della qualità e della quantità di sonno sugli individui, è  stato evidenziato come una buona qualità del sonno sia fondamentale per il funzionamento e per il benessere della persona, ed è  stato rilevato che la sua privazione e la sonnolenza hanno degli effetti negativi sulle prestazioni in compiti che valutano i tempi di risposta, l’attenzione e la concentrazione.

Anche la quantità di ore che si passano a dormire ha una forte rilevanza sulla qualità di vita degli individui, nello specifico, sul funzionamento sociale e sulla salute mentale e fisica. Secondo tale studio inoltre, la durata ideale del sonno notturno pare

essere di 6-8 ore, superare tale durata o al contrario, dormire meno, avrebbe degli effetti negativi; contribuirebbe, infatti, ad un declino fisico e cognitivo.

La mancanza più o meno prolungata delle ore di sonno rispetto a quelle consigliate può, di fatto, provocare nell’individuo variazioni di umoreirritabilitàdeficit di concentrazione, difficoltà nell’apprendimento e alterazioni della capacità decisionale.

Alcuni autori come Winsler, Deutsch, Vorona, Payne e Szklo-Coxe, in una loro ricerca condotta su un campione di 28.000 Studenti della scuola superiore, hanno evidenziato il legame tra la mancanza di sonno e l’aumento dei sentimenti di tristezza e depressione nei giovani, sottolineando come quest’ultimi avessero sviluppato maggiori tendenze suicidiarie.

Alla luce di quanto detto, dunque, la nuova tendenza sviluppatasi fra i giovani,  il cosiddetto Vamping, può causare negli adolescenti e pre adolescenti dei danni sul loro sviluppo psicofisico e può incidere negativamente anche sul loro rendimento scolastico e/o sui loro rapporti interpersonali.

Considerazioni

Da quanto scritto sinora,  in generale, sappiamo che il sonno insufficiente incide sui ritmi fisiologici di chiunque. Quando dormiamo di fatto,  riorganizziamo le nostre energie, tutti gli apparati del sistema nervoso, così come il sistema cardiocircolatorio sono a riposo ma al contempo  elaborano e rielaborano informazioni e si autoalimentano. Per mantenersi dunque in uno stato di salute fisica eccellente è necessaria una buona ottimizzazione della qualità del riposo. 

A qualsiasi età il sonno è di fatto una parte fondamentale nelle nostre vite perché durante il riposo il nostro corpo mette in azione una serie di processi organici cruciali e di primaria importanza per l’equilibrio psicofisico complessivo.

Ci si chiede dunque come mai il Vampig costituisce un “pericolo” più nell’età adolescenziale che in altri momenti della vita. La risposta a tale domanda è semplice, anche se molti sottovalutano tale evidenza, un adolescente ha necessità di dormine più ore rispetto ad un adulto perché è ancora in fase di sviluppo psico-fisico e il sonno notturno contribuisce alla maturazione di alcune particolari sinapsi cerebrali.

L’adolescenza infatti, costituisce una tappa fondamentale nella crescita dell’individuo è paragonabile ad una nuova nascita; ed è proprio nella transazione dall’infanzia all’età adulta che si verificano cambiamenti fisici e psicologici importanti che determinano nel ragazzo o nella ragazza un profondo, rapido e spesso radicale mutamento dell’identità. In questo periodo di transizione s’innescano nell’individuo  dinamiche complesse e specifiche che sono caratterizzate da fasi altalenanti in cui inconsapevolmente l’adolescente passa da una fase di spensieratezza ad una fase di preoccupazioni, incertezze e maggiori impegni ci si ritrova ad affrontare questioni emotive e sociali di primaria importanza (la percezione del gruppo, delle relazioni, la strutturazione di autostima e di identità) anche nei contesti di scuola o sport, ed è per tali ragioni che ad un giovane adulto per immagazzinare tutte le informazioni che elabora da e verso l’esterno viene  richiesto per fronteggiare al meglio questi mutamenti di avallarsi di un maggior numero di ore di sonno, almeno 8 ore  ( linee guida dell’American Academy of Sleep Medicine, 2019).

Riposare bene e per un quantitativo di giuste ore costituisce dunque, per un adolescente, un’ esposizione minore al rischio di perdita della memoria, di malattie cardiovascolari, di problemi di umore legati a iperattività e disattenzione, di problemi di obesità. Viceversa, gli adolescenti deprivati del sonno che entrano in un loop psicofisiologico a causa dell’alterazione dei ritmi sonno-veglia, registrano numerosi effetti disturbanti: iniziano ad accusare un calo d’attenzione, una mancanza d’efficacia nel fare le cose e via via sempre più  debolezza fisica che diviene anche stanchezza emotiva. Negli adolescenti in cui si scombussolano i ritmi sonno veglia aumenta generalmente l’ansia e in alcuni casi si giunge alla depressione. Di fatto, l’adolescente si ritira nel mondo virtuale in cui si sente più al sicuro rispetto alle proprie debolezze, distaccandosi dal mondo reale con la quale riesce sempre meno ad interagire sino ad isolarsi e avere conseguenze nel rapportarsi con gli altri e globalmente nella vita. In casi particolari ed estremi l’adolescente può persino giungere a compiere un atto suicidiario.

L’uso eccessivo da parte degli adolescenti degli smartphone di notte, comporta una distrazione e spesso conduce allo sviluppo di un disturbo del sonno con il conseguente squilibrio del ritmo del sonno che genera indubbiamente un duplice effetto. Da una parte agisce la componente comportamentale, di fatto, l’adolescente per natura tende ad isolarsi dal mondo reale e a rifugiarsi in quello virtuale così  che spesso fa fatica a distaccarsi. Dall’altra parte agisce l’effetto biologico causato dall’esposizione allo schermo e dalla luce che emana che va ad alterare la secrezione della melatonina (un ormone che regola il ciclo sonno-veglia, ndr) impedendo l’addormentamento. Si innesca così un vero e proprio circolo vizioso che produce su tutti gli adolescenti lo stesso unico effetto: deprivazione del sonno con la conseguente debolezza durante il giorno di fronteggiare gli impegni quotidiani.

C’è  di fatto da sottolineare che durante lo sviluppo adolescenziale i pattern di sonno cambiano, avvengono modifiche evolutive e si osservano cambiamenti nei sistemi omeostatici e di temporizzazione circadiana, e al contempo modifiche a causa di fattori psicosociali: il controllo dei genitori circa l’ora cui andare a letto diminuisce, aumentano le richieste accademiche e si espandono le reti sociali.

Questa “tempesta perfetta” (Carskadon, 2011) favorisce l’impegno in altre attività. Ma non solo.

Gli adolescenti possono essere spinti a trascorrere una maggiore quantità di tempo a navigare in rete nel tentativo di sentirsi socialmente connessi ed evitare di sperimentare sentimenti negativi associati al timore di “essere tagliati fuori” (Elhai et al., 2016), perdendosi notizie o aggiornamenti da parte dei gruppi social mentre dormono. Inoltre, per molti adolescenti, l’uso prolungato della rete è  compensativo di sentimenti ansiosi e depressivi  (Tandon et al., 2020), perché internet diviene un mezzo attraverso cui poter trovare e sperimentare un senso di adeguatezza e competenza personale. 

Si crea dunque un circolo vizioso che si autoalimenta, di fatto, la modificazione evolutiva dei modelli di sonno in adolescenza, associata ad uno stato emotivo negativo, conduce gli adolescenti ad un uso quasi “compensativo” della rete e conseguentemente dei dispositivi mobili i quali, agendo sulla produzione di melatonina, interferiscono sul sonno, producendo un’ alterazione dello stato emotivo. 

Inoltre, studi condotti da Tambalis et al., 2018, hanno evidenziato che la mancanza di sonno associata al tempo trascorso in rete rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di obesità, diabete (Matthews et al., 2012) e ipertensione (Santos et al., 2021) in età giovanile.

Navigare in Internet fino a tarda notte  influisce dunque sul sonno degli adolescenti e conseguentemente sul comportamento degli stessi durante il giorno.

Lo schermo retroilluminato dello smartphone e del  tablet genera emissioni di luce blu che sopprimono la produzione di melatonina, un ormone derivato dalla serotonina che è  coinvolto nella promozione del sonno, nella tempistica di altre funzioni circadiane, nella regolazione immunitaria e nella modulazione degli ormoni ipofisari e surrenali, che conseguentemente va ad influenzare in maniera  negativa i ritmi circadiani (cicli sonno-veglia) (Christensen et al., 2016), allungando i periodi di latenza dell’insorgenza del sonno e diminuendone la durata (Hale et al., 2018). 

Detto ciò , constatato che la mancanza di sonno non giova ai ragazzi, c’è d’appurare se il problema reale è rappresentato dall’uso dello smartphone durante le ore notturne e dunque se i ragazzi non dormono perché in questa fascia di età, anche prima dell’era del web, i giovani erano alla ricerca di uno spazio proprio, intimo, privato ed oggi internet rappresenta quel ” normale” diversivo che da sempre ha  permesso di allontanare l’ora dell’addormentamento o se piuttosto Internet ha acuito e dunque rappresenta il campo di manifestazione di un disagio che, attraverso di esso, trova la sua attuazione (Calandrelli, Nicolini, 2022).  Alcune ricerche hanno messo in evidenza che esiste una relazione significativa tra autostima e dipendenza dei social network, ovvero gli studenti che hanno ottenuto un punteggio alto nella scala presenta di problemi di bassa autostima (Guzmán, Ruiz e Martinez, 2017).

Considerazioni

Recenti ricerche condotte sul territorio italiano hanno rilevato che circa il 62% degli adolescenti rimangono collegati ai loro cellulari, per chattare, giocare, controllare notifiche su fb o twitter , guardare film su Instagram, etc.., fino a notte tarda; mentre il 15% nonostante vada a letto presto si sveglia in continuazione per controllare le notifiche che il cellulare evidenzia (Osservatorio Nazionale degli Adolescenti 2017).  Allo stesso modo Elizabeth Englander, professoressa di psicologia alla Bridgewater State University di Massachusetts, ha scoperto che l’80% degli studenti universitari intervistati, durante gli studi delle scuole secondarie usavano i cellulari di notte, con una media di uno o due ore senza la supervisione di un adulto, pratica che è stata continuata all’arrivo all’università. Oltretutto, La maggior parte degli studenti presentava problemi di depressione, bullismo e bullismo virtuale, e loro ha trovato una relazione con il desiderio di appartenere ad un gruppo e allo stesso tempo la mancanza di abilità sociali (England, 2014).

Questa pratica diffusa maggiormente tra i giovani, specie fra pre-adolescenti e adolescenti, di restare svegli fino a tarda notte e a volte sino all’alba, viene chiamata “Vamping”.

Tale termine si diffuse nel 2014 negli Stati Uniti  a seguito di un articolo sul web pubblicato da Laura M. Holson sul New York Times che ha indagato sulle caratteristiche di questa tendenza.

Etimologicamente la parola Vamping viene collegata alla parola “vampiro” una creatura mitologica che essendo vulnerabile alla luce del sole, rimane sveglia di notte, e deriva dal verbo inglese “to vamp” tradotto  “vampireggiare”, ma più 

esattamente nasce dall’unione tra le parole inglesi vampire (vampiro) e texting (scrittura di messaggi di testo). Di fatto, la combinazione di questo due termini sta ad indicare una persona che rimane sveglia durante la notte allo scopo di utilizzare lo smartphone per inviare messaggi di testo o utilizzarlo con altri fini. Questa nuova moda, in voga tra la  Generazione Z, rende gli adolescenti vampiri di notte e zombie di giorno, con conseguenze degne di attenzione.

Una tra le principali conseguenze degne di nota che il fenomeno del Vamping può causare è la mancanza di sonno.

Nel tempo, molti ricercatori hanno evidenziato che la funzione del sonno è importantissima ed è necessaria per il normale funzionamento cerebrale (Nedergaard et al., 2013) .

L’effetto del sonno, la sua qualità ma anche la quantità di ore di riposo, di fatto, influiscono sul potenziamento di alcune funzioni cognitive come apprendimento, concentrazione, attenzione, e sulla capacità di partecipare attivamente alla vita sociale. Inoltre, il sonno influisce sul mantenimento dell’equilibrio psico-emotivo della persona, stabilizzando il tono dell’umore, allentando le tensioni e riducendo i livelli di ansia e stress.

Le persone che ne sono deprivate infatti, non sono in grado di svolgere normalmente la maggior parte dei compiti cognitivi di breve durata, ma dopo due giorni di deprivazione, le prestazioni in compiti che richiedono elevati livelli di funzionamento peggiorano (Horne & Petit, 1985). In particolare si ha un rendimento compromesso nelle prove che richiedono attenzione, allerta e vigilanza.

Nel 2011, ancora una volta, grazie agli studi condotti da Jane Ferrie dell’University College London Medical School, che si è occupato di valutare gli effetti della qualità e della quantità di sonno sugli individui, è  stato evidenziato come una buona qualità del sonno sia fondamentale per il funzionamento e per il benessere della persona, ed è  stato rilevato che la sua privazione e la sonnolenza hanno degli effetti negativi sulle prestazioni in compiti che valutano i tempi di risposta, l’attenzione e la concentrazione.

Anche la quantità di ore che si passano a dormire ha una forte rilevanza sulla qualità di vita degli individui, nello specifico, sul funzionamento sociale e sulla salute mentale e fisica. Secondo tale studio inoltre, la durata ideale del sonno notturno pare

essere di 6-8 ore, superare tale durata o al contrario, dormire meno, avrebbe degli effetti negativi; contribuirebbe, infatti, ad un declino fisico e cognitivo.

La mancanza più o meno prolungata delle ore di sonno rispetto a quelle consigliate può, di fatto, provocare nell’individuo variazioni di umoreirritabilitàdeficit di concentrazione, difficoltà nell’apprendimento e alterazioni della capacità decisionale.

Alcuni autori come Winsler, Deutsch, Vorona, Payne e Szklo-Coxe, in una loro ricerca condotta su un campione di 28.000 Studenti della scuola superiore, hanno evidenziato il legame tra la mancanza di sonno e l’aumento dei sentimenti di tristezza e depressione nei giovani, sottolineando come quest’ultimi avessero sviluppato maggiori tendenze suicidiarie.

Alla luce di quanto detto, dunque, la nuova tendenza sviluppatasi fra i giovani,  il cosiddetto Vamping, può causare negli adolescenti e pre adolescenti dei danni sul loro sviluppo psicofisico e può incidere negativamente anche sul loro rendimento scolastico e/o sui loro rapporti interpersonali.

Considerazioni

Da quanto scritto sinora,  in generale, sappiamo che il sonno insufficiente incide sui ritmi fisiologici di chiunque. Quando dormiamo di fatto,  riorganizziamo le nostre energie, tutti gli apparati del sistema nervoso, così come il sistema cardiocircolatorio sono a riposo ma al contempo  elaborano e rielaborano informazioni e si autoalimentano. Per mantenersi dunque in uno stato di salute fisica eccellente è necessaria una buona ottimizzazione della qualità del riposo. 

A qualsiasi età il sonno è di fatto una parte fondamentale nelle nostre vite perché durante il riposo il nostro corpo mette in azione una serie di processi organici cruciali e di primaria importanza per l’equilibrio psicofisico complessivo.

Ci si chiede dunque come mai il Vampig costituisce un “pericolo” più nell’età adolescenziale che in altri momenti della vita. La risposta a tale domanda è semplice, anche se molti sottovalutano tale evidenza, un adolescente ha necessità di dormine più ore rispetto ad un adulto perché è ancora in fase di sviluppo psico-fisico e il sonno notturno contribuisce alla maturazione di alcune particolari sinapsi cerebrali.

L’adolescenza infatti, costituisce una tappa fondamentale nella crescita dell’individuo è paragonabile ad una nuova nascita; ed è proprio nella transazione dall’infanzia all’età adulta che si verificano cambiamenti fisici e psicologici importanti che determinano nel ragazzo o nella ragazza un profondo, rapido e spesso radicale mutamento dell’identità. In questo periodo di transizione s’innescano nell’individuo  dinamiche complesse e specifiche che sono caratterizzate da fasi altalenanti in cui inconsapevolmente l’adolescente passa da una fase di spensieratezza ad una fase di preoccupazioni, incertezze e maggiori impegni ci si ritrova ad affrontare questioni emotive e sociali di primaria importanza (la percezione del gruppo, delle relazioni, la strutturazione di autostima e di identità) anche nei contesti di scuola o sport, ed è per tali ragioni che ad un giovane adulto per immagazzinare tutte le informazioni che elabora da e verso l’esterno viene  richiesto per fronteggiare al meglio questi mutamenti di avallarsi di un maggior numero di ore di sonno, almeno 8 ore  ( linee guida dell’American Academy of Sleep Medicine, 2019).

Riposare bene e per un quantitativo di giuste ore costituisce dunque, per un adolescente, un’ esposizione minore al rischio di perdita della memoria, di malattie cardiovascolari, di problemi di umore legati a iperattività e disattenzione, di problemi di obesità. Viceversa, gli adolescenti deprivati del sonno che entrano in un loop psicofisiologico a causa dell’alterazione dei ritmi sonno-veglia, registrano numerosi effetti disturbanti: iniziano ad accusare un calo d’attenzione, una mancanza d’efficacia nel fare le cose e via via sempre più  debolezza fisica che diviene anche stanchezza emotiva. Negli adolescenti in cui si scombussolano i ritmi sonno veglia aumenta generalmente l’ansia e in alcuni casi si giunge alla depressione. Di fatto, l’adolescente si ritira nel mondo virtuale in cui si sente più al sicuro rispetto alle proprie debolezze, distaccandosi dal mondo reale con la quale riesce sempre meno ad interagire sino ad isolarsi e avere conseguenze nel rapportarsi con gli altri e globalmente nella vita. In casi particolari ed estremi l’adolescente può persino giungere a compiere un atto suicidiario.

L’uso eccessivo da parte degli adolescenti degli smartphone di notte, comporta una distrazione e spesso conduce allo sviluppo di un disturbo del sonno con il conseguente squilibrio del ritmo del sonno che genera indubbiamente un duplice effetto. Da una parte agisce la componente comportamentale, di fatto, l’adolescente per natura tende ad isolarsi dal mondo reale e a rifugiarsi in quello virtuale così  che spesso fa fatica a distaccarsi. Dall’altra parte agisce l’effetto biologico causato dall’esposizione allo schermo e dalla luce che emana che va ad alterare la secrezione della melatonina (un ormone che regola il ciclo sonno-veglia, ndr) impedendo l’addormentamento. Si innesca così un vero e proprio circolo vizioso che produce su tutti gli adolescenti lo stesso unico effetto: deprivazione del sonno con la conseguente debolezza durante il giorno di fronteggiare gli impegni quotidiani.

C’è  di fatto da sottolineare che durante lo sviluppo adolescenziale i pattern di sonno cambiano, avvengono modifiche evolutive e si osservano cambiamenti nei sistemi omeostatici e di temporizzazione circadiana, e al contempo modifiche a causa di fattori psicosociali: il controllo dei genitori circa l’ora cui andare a letto diminuisce, aumentano le richieste accademiche e si espandono le reti sociali.

Questa “tempesta perfetta” (Carskadon, 2011) favorisce l’impegno in altre attività. Ma non solo.

Gli adolescenti possono essere spinti a trascorrere una maggiore quantità di tempo a navigare in rete nel tentativo di sentirsi socialmente connessi ed evitare di sperimentare sentimenti negativi associati al timore di “essere tagliati fuori” (Elhai et al., 2016), perdendosi notizie o aggiornamenti da parte dei gruppi social mentre dormono. Inoltre, per molti adolescenti, l’uso prolungato della rete è  compensativo di sentimenti ansiosi e depressivi  (Tandon et al., 2020), perché internet diviene un mezzo attraverso cui poter trovare e sperimentare un senso di adeguatezza e competenza personale. 

Si crea dunque un circolo vizioso che si autoalimenta, di fatto, la modificazione evolutiva dei modelli di sonno in adolescenza, associata ad uno stato emotivo negativo, conduce gli adolescenti ad un uso quasi “compensativo” della rete e conseguentemente dei dispositivi mobili i quali, agendo sulla produzione di melatonina, interferiscono sul sonno, producendo un’ alterazione dello stato emotivo. 

Inoltre, studi condotti da Tambalis et al., 2018, hanno evidenziato che la mancanza di sonno associata al tempo trascorso in rete rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di obesità, diabete (Matthews et al., 2012) e ipertensione (Santos et al., 2021) in età giovanile.

Navigare in Internet fino a tarda notte  influisce dunque sul sonno degli adolescenti e conseguentemente sul comportamento degli stessi durante il giorno.

Lo schermo retroilluminato dello smartphone e del  tablet genera emissioni di luce blu che sopprimono la produzione di melatonina, un ormone derivato dalla serotonina che è  coinvolto nella promozione del sonno, nella tempistica di altre funzioni circadiane, nella regolazione immunitaria e nella modulazione degli ormoni ipofisari e surrenali, che conseguentemente va ad influenzare in maniera  negativa i ritmi circadiani (cicli sonno-veglia) (Christensen et al., 2016), allungando i periodi di latenza dell’insorgenza del sonno e diminuendone la durata (Hale et al., 2018). 

Detto ciò , constatato che la mancanza di sonno non giova ai ragazzi, c’è d’appurare se il problema reale è rappresentato dall’uso dello smartphone durante le ore notturne e dunque se i ragazzi non dormono perché in questa fascia di età, anche prima dell’era del web, i giovani erano alla ricerca di uno spazio proprio, intimo, privato ed oggi internet rappresenta quel ” normale” diversivo che da sempre ha  permesso di allontanare l’ora dell’addormentamento o se piuttosto Internet ha acuito e dunque rappresenta il campo di manifestazione di un disagio che, attraverso di esso, trova la sua attuazione (Calandrelli, Nicolini, 2022).  Alcune ricerche hanno messo in evidenza che esiste una relazione significativa tra autostima e dipendenza dei social network, ovvero gli studenti che hanno ottenuto un punteggio alto nella scala presenta di problemi di bassa autostima (Guzmán, Ruiz e Martinez, 2017).

Conclusioni 

Indubbiamente il Vampig è un aspetto sociale importante, da non sottovalutare. Esso è di fatto un fenomeno rappresentativo della società odierna.

Il Vampig è di moda tra la Generazione Z e costituisce oggi per i giovani un modo per sentirsi partecipi a una sorta di cybercomunità notturna, dove ritrovarsi e darsi degli appuntamenti virtuali. Tuttavia come sopra citato questo comportamento se prolungato nel tempo, causa un disturbo del ritmo del sonno che può creare anche un’alterazione dell’umore. Ebbene dunque mettere in guardia i genitori e fare in modo che vengano dettate più regole ed effettuati più  “controlli”, specie nelle ore notturne. È consigliabile per evitare ogni forma di abuso d’internet, educare i propri figli alla tecnologia fin da piccoli, con regole precise che scandiscano tempi e modalità per il consumo degli strumenti tecnologici. Sarebbe opportuno anche che i genitori favorissero fra i ragazzi la socializzazione, concedendo loro spazi adeguati e momenti liberi in cui gli stessi possano stare con gli amici. Non per ultimo, poi, sarebbe opportuno instaurare un buon dialogo con i figli ed essere  qualitativamente presenti in ogni fase di ciclo di vita del ragazzo ed in particolare durante il periodo adolescenziale, in modo da prospettarsi come dei punti di riferimento su cui poter fare affidamento sempre e in ogni momento, in caso di incertezze e insicurezze e/o bisogni specifici. A tal riguardo, l’instaurare un buon rapporto e dialogo con i propri figli può evitare che disturbi dell’umore, già presenti, creino la necessità di un rifugio notturno nel web.  Ogni adolescente ha infatti una storia a sé e spesso la tendenza a rifugiarsi su internet rappresenta un modo per sfuggire ad altri disagi e all’inadeguatezza che si avverte a vivere in società giudicante e spesso avvertita come discriminante. Per aiutare i giovani a superare l’attaccamento ad Internet, bisogna necessariamente indagare sull’origine del circolo vizioso che si è instaurato. È cercando di scoprire le motivazioni che spingono i ragazzi a connettersi più nelle ore notturne che si può arginare il fenomeno del Vamping, ottemperando alle vere esigenze dei giovani che spesso vivono un disagio esistenziale, dovuto all’età.

L’età adolescenziale si sa è un periodo complesso e delicato, di accrescimento e di mutamenti fisici, corporei e sessuali ma anche mentali.

Lo sviluppo logico e cognitivo raggiunge di fatto il massimo livello, si concretizza sempre più la capacità di astrazione logica che diviene sempre più simile a quella degli adulti.

Per un adolescente se un’attività viene ritenuta interessante l’impegno è grande, mentre, se non lo è, l’interesse e l’impegno si riducono molto.

In quest’ultimo caso e per altri comportamenti ritenuti “strani” , i ragazzi vengono identificati come impertinenti, insolenti e spesso anche maleducati, quando invece probabilmente dietro questi atteggiamenti si nascondono  problemi di umore che non sono presi in considerazione in maniera adeguata. Questi comportamenti potrebbero essere all’origine di insuccessi scolastici, dipendenza di droga o alcol, disturbi dell’umore  fino ad arrivare a estreme condotte suicide. Gli adolescenti alla loro età non esprimono tutti allo stesso modo la loro depressione, le ragazze si differenziano dai ragazzi poiché esse, spesso esprimono il loro malessere attraverso l’errata percezione del loro corpo mentre i ragazzi mostrano i loro disagi con aggressività mascherando tensione e sofferenza.

All’origine della maggior parte di queste depressioni per lo più  vi sono problematiche familiari da addebbitarsi a volte alle interazioni tra genitori e figli che oggi più  di ieri risultano problematiche.

Per tali ragioni è  bene attenzionare maggiormente i giovani e a prevenzione del Vamping dettare più  regole agli adolescenti affinché non insorgano problematiche relative alla mancanza di sonno.

Relativamente ai disturbi del sonno, per effettuare una diagnosi viene utilizzata la polisonnografia ed è possibile identificare le cause di sonnolenza attraverso il racconto di una storia dettagliata del sonno e un diario giornaliero. Mentre, a livello terapeutico è raccomandabile una buona igiene del sonno, evitando ad esempio l’esposizione ai dispositivi elettronici almeno un’ora prima di coricarsi. Inoltre si consigliano integratori a base di melatonina o preparati fitoterapici inducenti il sonno, e dove necessita interventi a carattere psicologico volti ad analizzare e identificare l’inclinazione e le modalità dell’utilizzo prolungato della rete. 

In conclusione, per limitare gli effetti del Vamping bisognerebbe prendere coscienza del fatto che ha conseguenze negative sulla nostra qualità di vita e dunque bisognerebbe limitare l’esposizione allo schermo dello smartphone e se si comprende che questo atteggiamento è solo un mezzo trasgressivo e alternativo per gli adolescenti di comunicare con i coetanei e dunque afferisce ad un “vamping social, si può semplicemente autoiporsi di mettere lo smartphone in modalità “non disturbare” per evitare che il ronzio o l’alert delle notifiche ci sveglino mentre dormiamo. Viceversa, se questo comportamento diviene una  compulsione a stare attaccato allo smartphone tutta la notte ebbene attenzionarlo, perché potrebbe essere la spia di un disturbo diverso, come la dipendenza da Internet o la nomofobia, due condizioni che, se trascurate, possono generare ansia o depressione e condurre l’adolescente a comportamenti ulteriormente patologici come il sexting, il cyberbullismo e la diffusione di materiale privato in rete.

Come accennato il problema non sta nel fenomeno del Vamping o nell’iperconnessione dei ragazzi,  piuttosto, bisogna attenzionare le nuove forme di assenza genitoriale.

Troppo spesso,  i genitori si fanno sostituire come presenza fisica dagli smartphone, dai pc e dai  tablet, nel contatto umano, negli sguardi, negli abbracci e nelle lunghe ore passate a chiacchierare con i ragazzi o semplicemente a “costruire” creare insieme ai propri figli. Tutto ciò  crea nei giovani un vuoto che ormai pensano di riempire stando sempre connessi.

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Bibliografia

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 Giusti, M. Maglioni, M., (2016), “Terapia delle dipendenze. Il percorso verso l’autonomia e l’interdipendenza.”  Sovera Edizioni.

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Dott.ssa Vera Cantavenera, Pronto Soccorso Psicologico Italia